dic112014
Liberalizzazioni, sulla fascia C è bagarre tra Federfarma e Assofarm
«Non sono favorevole alla fuoriuscita dei farmaci di fascia C dalla farmacia, mi limito a far presente che le barricate non servono a nulla e che ci sono una serie di altre priorità, dalla convenzione alla remunerazione fino al contenimento della distribuzione diretta, sulle quali siamo in stallo ormai costante». Lo precisa
Venanzio Gizzi presidente di Assofarm, dopo che la sua presunta apertura sulla fascia C fuori dalla farmacia aveva suscitato la reazione di
Annarosa Racca, presidente di Federfarma. «In questa fase di forte crisi le farmacie non sono in grado di sopportare la benché minima perdita di fatturato, a prescindere dai "se" e "ma" che si potrebbero fare» ha dichiarato Racca tramite il notiziario del sindacato dei titolari. Il presidente di Federfarma sottolinea come non si tratti di un discorso meramente economico, ma di un problema di sanità pubblica che si creerebbe con la fuoriuscita della fascia C dalla farmacia. Un aspetto che Gizzi condivide e che Assofarm non vuole mettere in discussione. «Noi vogliamo che si apra una vertenza seria sul ruolo della farmacia e come Assofarm contiamo di convocare gli organi federali a inizio anno. Non si può più stare fermi e bisogna entrare nel vivo delle troppe questioni sospese, convenzione e remunerazione in primis». A dare manforte al presidente di Assofarm arriva anche il presidente di Farmacieunite
Franco Gariboldi Muschietti, chiamato in causa dalla stessa Racca, vista la recente associazione ad Assofarm. Muschietti vede nelle dichiarazioni di Gizzi «un'espressione di dialogo con le istituzioni» preferibile allo «scontro a tutti i costi» e sottolinea come «i toni decisamente perentori» usati dal presidente di Federfarma non paghino. «Credo che sia ora di cominciare a guardare la luna senza fermarsi ad ammirare il dito» conclude il presidente di Farmacieunite.
Marco Malagutti