Sanità

set32008

Lo spot sull’etico serve a poco

La promozione pubblicitaria del farmaco etico, laddove è consentito dalla legge, non sembra essere un investimento particolarmente proficuo e vantaggioso. Lo sostengono gli esperti della Harvard Medical School di Boston (Usa), che sul British Medical Journal riportano i risultati di un'indagine effettuata in Canada. Il Canada è stato scelto dagli autori in quanto rappresenta lo scenario ideale per misurare effetti degli spot sui medicinali. Nella sua parte anglofona la maggior parte della popolazione riceve i canali statunitensi dove vengono trasmesse le pubblicità, mentre nella parte francofona, per la barriera linguistica e, essendo vietata la pubblicità diretta al consumatore sui farmaci etici, la popolazione non è sottoposta a campagne pubblicitarie. Gli studiosi hanno analizzato i dati di prescrizione di tre farmaci molto comuni. Solamente uno dei tre medicinali è risultato giovare di un aumento delle prescrizioni dopo l'avvio della campagna, vantaggio che è poi risultato affievolirsi in pochi mesi. "Anche se non è certo possibile basarsi sulle analisi di soli tre prodotti - commenta Stephen Soumerai, uno dei ricercatori - forse tutte le discussioni che si stanno facendo sulle pubblicità dei farmaci e sull'opportunità di mantenerle legali o di introdurle in altri paesi potrebbero essere esagerate".
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