apr52012
Lombardia, Creg ai nastri di partenza
È semaforo verde per la fase sperimentale dei Creg, i discussi drg del territorio voluti dalla Regione per la presa in carico delle cronicità con maggiore spesa. Si parte da aprile con 415 medici di famiglia, “arruolati” nelle cinque Asl selezionate un anno fa per il collaudo: Bergamo, Como, Lecco, Milano e Milano 2. Arruolati anche 40mila pazienti circa, che i generalisti cureranno in base a budget predeterminati per percorsi terapeutici, come appunto già avviene in ospedale con il modello dei drg. Allo scopo, la Regione ha predisposto un elenco di 155 tariffe, dirette a remunerare “pacchetti” di prestazioni che comprendono visite ambulatoriali, esami specialistici, protesica, farmaceutica, cure a domicilio. «Il nostro obiettivo» ha rimarcato il presidente della Lombardia, Roberto Formigoni «è quello di favorire sempre di più l'appropriatezza e la qualità dell'offerta nell’area della cronicità, che interessa il 27% della popolazione lombarda ma incide sulla spesa per il 70%».
Per i critici, il vero obiettivo dei Creg è invece quello di tagliare radicalmente alcune voci di spesa, a partire dalla diagnostica. Confermerebbero le tariffe, che la Regione sostiene di aver calcolato sulla base della spesa storica ma per altri sarebbero sensibilmente al ribasso: per lo scompensato il rimborso ammonta – tutto compreso – a 1.350 euro all’anno, lo scompensato broncopneumopatico 2.190, il cardiopatico-vasculopatico 1.217 e così via. A garantire il rispetto delle cifre sono i “provider”, cui spetta il ruolo di “case-manager” del paziente Creg e di “vigile” della compliance e del rispetto del percorso diagnostico-terapeutico. Nella sperimentazione i provider saranno nove, tutte cooperative o società di servizi costituite allo scopo dai medici di famiglia che partecipano al progetto: forniranno supporto di segreteria (al medico e ai suoi pazienti) ed elaborazione dati nel tratto che dal medico va alla Regione. E per la copertura dei costi dovranno attingere al budget dei Creg, cosa che aumenta le perplessità dei critici. «Le tariffe sono congrue» è la replica di Guido Marinoni, segretario bergamasco della Fimmg, il più rappresentativo tra i sindacati della medicina generale «anche perché rispetto a quando sono state elaborate, nel 2010, va fatto l’aggiornamento sulla base della banca dati assistito della Regione. E poi, la farmaceutica in questi due anni è scesa di parecchio».
Intanto c’è da fare i conti con la freddezza dei medici: le adesioni alla fase sperimentale sono state inferiori alle attese quasi dappertutto (tranne che a Bergamo, più di 200 volontari soltanto in questa Asl) e c’è parecchia incertezza su quello che potrebbe accadere tra un anno. La Regione preferirebbe che a fare da provider fossero i medici di famiglia, ma se nella fase a regime si confermasse lo stesso livello di partecipazione si dovrebbero coprire i “buchi” invitando altri operatori.