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Nutrizione

31 Ottobre 2019

Carenze di Vitamina D negli adolescenti: l’allarme dei pediatri


Monito da Fimp: più del 50% degli italiani con meno di 16 anni soffre di carenza di vitamina D. A rischio lo sviluppo corretto della massa ossea, di quella muscolare e non protegge il sistema immunitario

La Federazione Italiana Medici Pediatri è preoccupata dal grande numero di giovanissimi italiani che soffrono di ipovitaminosi D. Il deficit mette a rischio lo sviluppo corretto della massa ossea, di quella muscolare e non protegge il sistema immunitario.
La Vitamina D è un ormone sintetizzato principalmente dalla cute attraverso l'esposizione ai raggi del sole. È infatti l'azione fotochimica dei raggi Uvb sulla cute che trasforma il 7-deidrocolesterolo presente, con un'efficienza elevatissima e proporzionale alle ore di esposizione (3 ore al sole di braccia, mani e volto producono la quantità di vitamina sufficiente ad una settimana). È principalmente coinvolta nell'assorbimento del calcio e quindi nel garantire la salute delle ossa. In un'ottica di prevenzione infatti la valutazione dei livelli di vitamina nel sangue risponde in primis alla necessità di assicurare una corretta mineralizzazione e frenare l'insorgenza di osteoporosi e rachitismo.
È quindi importante il monito che Fimp, ha lanciato in occasione della penultima giornata del suo XIII Congresso Nazionale Scientifico (Paestum, 18 ottobre). Più del 50% degli italiani, con meno di 16 anni infatti soffre di carenza di vitamina D. I più esposti ai rischi per la salute, derivati da questa insufficienza, sarebbero proprio gli adolescenti. I motivi andrebbero ricercati, secondo quanto emerso, nelle scorrette abitudini di vita, prima fra tutti la scarsa esposizione al sole, da cui dipende oltre il 90% dell'assorbimento della vitamina. L'autunno, anche per la concomitanza con la ripresa delle attività scolastiche influenza in modo significativo lo stato vitaminico. Quali che siano i motivi in ogni caso emerge che il 36% dei teenager passa almeno due ore al giorno davanti a un computer e il 48% eccede con la televisione.


Le cause

Nella popolazione generale alcune condizioni che portano a deficit di vitamina D sono fisiologiche: l'invecchiamento in cui la pelle peggiora la sua capacità di conversione della vitamina D e vi è generalmente una minore esposizione al sole; la gravidanza, in cui verificare lo stato vitaminico è importante anche per le conseguenze di una carenza sul feto; altre invece sono patologiche, come i malassorbimenti o la terapia cronica a base di cortisone, che ha un impatto importante non solo sulla produzione ma anche sull'azione biologica della vitamina D.
In età giovanile invece, ricorda Paolo Biasci, presidente nazionale Fimp il fabbisogno giornaliero di vitamina D3 viene assicurato da una corretta e adeguata esposizione solare. La Federazione sottolinea l'importanza per tutti i giovani di passare parte del loro tempo libero all'aperto, magari praticando un po' di sport o attività fisica. «La dose adeguata di Vitamina D è fondamentale per lo sviluppo corretto della massa ossea e di quella muscolare e aiuta a rafforzare il sistema immunitario, contribuendo così a difendere l'organismo dalle infezioni».
In generale per la vitamina D e in particolare per l'età giovanile la dieta gioca un ruolo trascurabile. «Il latte e più in generale gli alimenti, anche se fortificati con vitamine, non rappresentano una modalità ottimale per la prevenzione dell'ipovitaminosi nel bambino e nell'adolescente nella carenza di vitamina D», aggiunge Mattia Doria, segretario alle Attività Scientifiche della Fimp, che consiglia di valutare il ricorso ad integratori alimentari. Importante è accertare lo stato di vitamina D per il quale basta un unico dosaggio di 25 idrossi-vitamina D [25 (OH) D]. Attenzione quindi al "fai da te" delle terapie di supplementazione con integratori: "possono svolgere un ruolo particolarmente utile in età pediatrica, ma devono essere assunti solo su indicazione e consiglio del pediatra di famiglia anche in termini di posologia corretta", conclude Doria.


Francesca De Vecchi


Approfondimenti

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