mag42016
Lorenzin in Commissione sanità: più trasparenza e miliardi di risparmi con digitalizzazione
Ben «2,2 miliardi, secondo le stime del Politecnico di Milano, si potrebbero risparmiare grazie al fascicolo sanitario elettronico, alla cartella elettronica e alla dematerializzazione dei referti; altri 800 milioni grazie alla riduzione di errori evitabili con la gestione informatica dei farmaci; 400 milioni di euro grazie alla consegna dei referti via web e un miglior utilizzo degli operatori allo sportello; 160 milioni con le prenotazioni on line e 150 milioni attraverso la razionalizzazione dei data center presenti sul territorio e al progressivo utilizzo di tecniche di virtualizzazione». A fare i conti è il ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin, nel corso dell'audizione alla Commissione Igiene e Sanità del Senato. A questi benefici si aggiungono, ha continuato il ministro, «i possibili risparmi economici per i cittadini, grazie al miglioramento del livello del servizio, stimabili complessivamente in circa 5,6 miliardi di euro: 4,6 miliardi dovuti alla possibilità di ritirare i referti on line; oltre 600 milioni grazie alla prenotazione on line o telefonica; 170 milioni grazie alla gestione informatizzata dei farmaci».
Lorenzin ha sottolineato che gli sprechi, spesso dovuti a mancata trasparenza, cattiva gestione e problemi infrastrutturali o tecnologici, possono essere contrastati con «la cosiddetta sanità digitale. Un tema particolarmente importante e incisivo a livello organizzativo ma anche clinico. Il Fascicolo sanitario elettronico, per esempio, raccoglie dati ed elementi di tipo sanitario e sociosanitari in grado di agevolare l'assistenza al paziente, di facilitare l'integrazione multiprofessionale ed evitare con più facilità inefficienze, migliorando così sia l'organizzazione che le procedure di valutazione. È un salto culturale di notevole importanza, sotto il punto di vista del miglioramento della qualità servizi e del contenimento costi», ha spiegato. E proprio sulle inefficienze del sistema, che raggiungono il massimo livello nella corruzione, il ministro dice di aver raggiunto risultati come mai fatto in nessun governo precedente. «In molte strutture sanitarie non c'è consapevolezza su come seguire le procedure di trasparenza. Contro la corruzione serve reprimere, ma anche sensibilizzare. Dobbiamo fare alzare il livello di sensibilità al fenomeno», ha continuato Lorenzin nella sua audizione in Commissione Igiene e Sanità del Senato, dove ha spiegato ai parlamentari il lavoro fatto dal suo ministero in tema, appunto, di lotta alla corruzione.
«Abbiamo avviato un lavoro, negli ultimi tre anni, che ha sviluppato - ha sintetizzato poi ai giornalisti - tutte le norme anticorruzione della scorsa legislatura. E, attraverso l'Anac abbiamo fatto prima il piano nazionale di prevenzione che individua, secondo dei criteri da applicare in ogni singola azienda ospedaliera, un responsabile. Questo perché la corruzione bisogna anche prevenirla. E poi abbiamo realizzato - con un protocollo, firmato alcuni giorni fa -una task force insieme all'Anac che andrà a verificare le situazioni più a rischio nel nostro Paese. Un po' a sorpresa e un po' no. L'obiettivo, e crediamo tantissimo in questo, è che si sviluppi una consapevolezza da parte degli operatori», ha concluso il ministro.
Rossella Gemma