feb52015
Lotta a contraffazione, da master universitario nuova prospettiva professionale
Preparare figure altamente specializzate, con un ampio profilo tecnico-analitico, impegnate nella prevenzione e nel contrasto alla contraffazione dei farmaci che potranno agire all'interno delle istituzioni e delle strutture del territorio che si occupano di lotta alla contraffazione di prodotti farmaceutici e sanitari, quali per esempio Carabinieri, Finanzieri, Forze di Polizia, Agenzie di Dogana, Analisti di laboratorio in istituzioni pubbliche e private, per rispondere all'emergenza di un fenomeno in costante crescita. Ma anche proporsi come centro di riferimento nazionale e internazionale, con particolare riguardo ai paesi del mediterraneo, e dare una risposta alle esigenze della professione, anche sotto il punto di vista occupazionale. È questo al centro del Master di II livello in Contraffazione prodotti farmaceutici, sanitari e diritto alla salute organizzato dal Dipartimento di Farmacia - Scienze del Farmaco dell'università di Bari, secondo quanto spiega il coordinatore Francesco Leonetti, dell'università di Bari. Il contesto da cui nasce è la crescita della contraffazione: «Dati attendibili» riporta il sito dell'università di Bari «indicano una quota prossima al 10% di medicinali contraffatti nel mercato globale - fino al 50% in paesi dell'Africa e dell'Asia distribuiti tramite canali illegali e via internet». Un fenomeno che, come è stato ricordato nella conferenza stampa di presentazione che si è tenuta al Senato, «va affrontato costruendo sinergie tra tutte le componenti in campo: forze dell'ordine, istituzioni, operatori e mondo della formazione». D'altra parte il master nasce da una richiesta che si è «originata dal mondo delle professioni» e anche, aveva ricordato il rettore dell'Università in un'intervista pubblicata sul Corriere del Mezzogiorno risponde a «un metodo di collaborazione interistituzionale e interdisciplinare sperimentato sul campo», con sinergie tra mondo delle professioni, agenzia formativa e territorio, ed è «funzionale non solo alla innovazione del pensiero e della ricerca, ma anche all'aumento della occupazione». «Il progetto alla base del master è ben più ampio» spiega Leonetti. «In prospettiva la nostra idea è di diventare un ente di formazione che può interagire con le forze dell'ordine e contribuire alla formazione di operatori altamente specializzati. La figura che si andrà a definire verterà in particolare su tecniche analitiche per l'individuazione di farmaci e dispositivi medici contraffatti e va a coprire una necessità forte della filiera e della società. L'idea è di diventare un punto di riferimento non solo per il territorio nazionale ma a livello anche internazionale. Il fenomeno della contraffazione è destinato a crescere anche nel nostro paese, anche se al momento la filiera è in grado di garantire un certo livello di sicurezza. Certamente l'online è un settore che andrà tenuto sempre più sotto controllo. Ma al di là del nostro Paese, già ora la contraffazione ha dimensioni drammatiche in molte zone, tra cui per esempio gli stati che affacciano sul mediterraneo». «Il Master» si legge ancora sul sito dell'università «sarà articolato in 3 moduli principali: Giuridico-economico; Analitico e di Modellazione, Integrazione e Analisi dei Dati; Farmacologico-Patologico- Epidemiologico. Il modulo analitico rappresenta il nodo centrale e focale» e si svolgerà in laboratori: «il percorso formativo includerà analisi, a posto singolo, quali-quantitative su alcuni principi attivi selezionati tra i più contraffatti. Oltre alle canoniche analisi strumentali spettroscopiche e cromatografiche, sarà data particolare enfasi a metodi chimici colorimetrici, complessometrici, redox o simili, capaci di rilevare rapidamente ed a costi contenuti, eventuali contraffazioni anche in sedi lontane dai laboratori preposti, come frontiere, dogane, porti» ma anche entro le «farmacie». Ampio spazio quindi all'operatività, allo studio di «sistemi di analisi che consentano di individuare i diversi livelli di contraffazione». Ma anche attenzione agli strumenti per poter riconoscere le problematiche legate all'online.
Francesca Giani