apr142015
Mandelli: filiera in sofferenza, ma chiave è professione. Fofi rinnova il comitato centrale
Rafforzare la funzione di interlocutore della sanità, costruire un'immagine del farmacista innovativa e mettere a disposizione della professione strumenti per ampliare il suo ruolo, a partire dalle sperimentazioni delle nuove attività professionali. Questo ha fatto la Fofi in questi anni e questo è l'auspicio di progetto per il prossimo triennio, «nella logica del rinnovare nella continuità», pur in uno scenario di «sofferenza» e caratterizzato «dalla consueta politica dei tagli lineari, più o meno mascherati». È questa l'impronta che emerge dalla relazione al Consiglio nazionale dell'Ordine di
Andrea Mandelli (foto) presidente uscente Fofi, in occasione delle operazioni di rinnovo del Comitato centrale della Fofi per il triennio 2015/2018 - a breve si terrà la prima seduta del Comitato per l'elezione delle cariche direttive. Tanti i punti toccati nella relazione, dal dibattito sulle incompatibilità, alla misura sulla titolarità del Milleproroghe, al concorso, al progetto Farmalavoro, che sta prendendo il via. Ma al centro anche il Ddl concorrenza del quale si dovrà seguire l'iter anche per preservare l'attenzione a «impedire il sorgere di conflitti di interesse molto gravi». «Faccio solo l'esempio più macroscopico: un medico o un veterinario possono far parte della compagine societaria che esercita la titolarità di farmacie?». Senza parlare «dell'integrazione verticale, cioè della possibilità che siano altre componenti della filiera a possedere farmacie». Ma «anatemi» a parte, «si apre uno spazio da occupare»: «c'è modo di costruire espressioni della professione in grado di fare massa critica e di potersi presentare in un ambiente competitivo con gli strumenti necessari. Senza contare che l'evoluzione mondiale dell'assistenza farmaceutica, sempre più orientata alle prestazioni professionali, ci offre un punto di forza che non avremmo se il quadro fosse ancorato esclusivamente alla funzione della dispensazione, dove la logica del "tot pezzi in tot minuti" potrebbe vedere vincente un modello commerciale della farmacia». Detto questo occorre «anche preservare il nostro carattere di professionisti autonomi prevedendo modalità innovative per l'esercizio della professione. In Italia l'esperienza delle società di professionisti è in atto da molto tempo: è ora di riprenderla in mano e di aggiornarla alle nuove condizioni; potrebbe anche essere l'occasione per ampliare la platea dei titolari, allargandola ai giovani che difficilmente oggi potrebbero acquisire una farmacia, come suggeriscono i colleghi del CNGPO in un loro documento». Un'altra riflessione è dedicata al Mur: «è importante che la revisione dell'uso dei medicinali sia entrato in una Legge regionale della Sanità, quella della Lombardia. Un passo che apre la strada alla possibilità di veder inserire nella riorganizzazione del Servizi sanitari regionali anche il ruolo attivo del farmacista di comunità nel processo di cura. Anche sulla scorta di questo precedente, mi sembra che sia venuto il momento che tutti i delegati Regionali, a cominciare da quelli delle Regioni che sono state coinvolte nella sperimentazione compiano passi analoghi nei confronti dei loro Assessorati alla Sanità. Mi auguro che le trattative per il rinnovo della Convenzione, che finalmente si sono avviate, valorizzino tutto il capitolo delle prestazioni professionali, dei nuovi servizi, sempre più centrale per la sopravvivenza del servizio farmaceutico». Nel comitato centrale sono stati confermati
Andrea Mandelli,
Piero Maria Calcatelli,
Franco Cantagalli,
Luigi D'Ambrosio Lettieri,
Ferdinando Foglia,
Giovanni Gerosa,
Mario Giaccone,
Giacomo Leopardi,
Maximin Liebl,
Maurizio Pace; entrano per il prossimo triennio
Andrea Carmagnini,
Giovanni Zorgno,
Vitaliano Corapi. Eletti anche i revisori dei conti: per i componenti effettivi,
Antonino D'Alessandro,
Lucio Pantano,
Angela Pellacchi; per il componente supplente,
Andrea Giacomelli.
Francesca Giani