apr232014
Marche, Case della salute: giunta approva le linee guida
Case della Salute per l’erogazione delle cure integrate, per la residenzialità o derivanti dalla riconversione delle piccole strutture ospedaliere. Sono queste le tre tipologie di case della salute che emergono dalle Linee guida di organizzazione funzionale, documento approvato dalla giunta delle Marche, che rappresenta uno dei passaggi della riorganizzazione dell’assistenza territoriale e costituisce una base che ha già trovato l’accordo delle sigle della medicina generale, pediatria e specialistica ambulatoriale - ma di cui si dovrà definire l’operatività. Principio ispiratore, secondo quanto si legge nel comunicato della Regione, «la flessibilità» - «la complessità e modalità di organizzazione delle case della salute varierà in base alle caratteristiche oro-geografiche del territorio, alla densità della popolazione, alla ricchezza e alla complessità dei servizi già presenti» - e «l’utilizzo delle esperienze esistenti, quali le forme associative della medicina generale e l’integrazione con gli specialisti». In particolare, «il modello organizzativo-funzionale individuato per tutti i medici convenzionati è quello delle Équipes Territoriali (Et): oggi sono 53 quelle operative e diffuse in tutti i distretti». Tre sono quindi i modelli previsti: il più semplice, il tipo A, «è finalizzato all’erogazione dei servizi di assistenza primaria» e rappresenta «la cerniera strutturale» con «l’erogazione di prestazioni infermieristiche e specialistiche distrettuali per gli ambiti di maggiore prevalenza epidemiologica, al fine di implementare percorsi clinici integrati per le patologie di maggior impatto». Può arrivare «fino a un massimo di 12 ore diurne» e nasce «dalle forme organizzative integrate della medicina generale». Nel tipo B, da 12 fino 24 ore, «si sviluppano i servizi diagnostici – terapeutici, l’integrazione con i servizi sociali per la presa in carico globale» e «almeno la presenza delle funzioni di vaccinazioni e certificazioni. Ci può essere un modulo di degenza residenziale». Infine c’è il tipo C, la casa della salute vera e propria, organizzata h24, che «deriva dalla riconversione delle piccole strutture ospedaliere» e prevede «l’Unità di Valutazione Integrata, la Diagnostica Tradizionale non contrastografica, almeno un modulo di degenza residenziale a ciclo continuativo a finalizzazione sanitaria o socio-sanitaria. Sarà possibile attivare Punti di primo intervento territoriali» e «prevedere funzioni ospedaliere (Day Surgery o one-Day Surgery, lungodegenza, riabilitazione intensiva)». Secondo quanto emerge dal sito della Fimmg Marche, il principale sindacato della medicina generale, per l’attivazione di questa tipologia, «saranno individuate tredici realtà, idonee per condizioni generali di disponibilità di risorse, servizi distrettuali, demografiche, presenza di strutture precedentemente utilizzate e oramai dismesse».
Francesca Giani