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Politica e Sanità

04 Luglio 2015

Medicine non convenzionali, Giaccone (Piemonte): legge regionale dà dignità a discipline


Conferire dignità e sistemazione giuridica alle medicine non convenzionali, dare un riconoscimento ai professionisti che hanno fatto un percorso formativo adeguato, tutelare i cittadini, ma anche garantire uniformità formativa e di interpretazione della disciplina e creare elenchi secondo criteri univoci e definiti di professionisti. Sono questi i principali obiettivi della legge regionale del Piemonte sulle Modalità di esercizio delle medicine non convenzionali (23 giugno 2015, n. 13) pubblicata a fine mese sul Bollettino ufficiale di cui primo firmatario è Mario Giaccone, consigliere regionale e presidente dell'ordine di Torino. Una legge che si applica a «agopuntura; fitoterapia; omeopatia» comprese «omotossicologia; antroposofia» e che riguarda «medici, odontoiatri, veterinari e farmacisti». «Una legge importante» spiega Giaccone «che dà un perimetro normativo e di sostanza alla materia, conferisce dignità terapeutica e un riconoscimento regionale, e fa chiarezza. E soprattutto prevede importanti ricadute anche per le farmacie, dal momento che fitoterapia e omeopatia sono ambiti in cui la gestione e il ruolo del farmacista è marcato e che viene a conferire di fatto autorevolezza a un percorso nel cui solco le farmacie si muovono». Il provvedimento, continua Giaccone, «recepisce l'accordo della conferenza Stato Regioni del febbraio 2013 concernente "i criteri e le modalità per la certificazione di qualità della formazione e dell'esercizio dell'agopuntura, della fitoterapia e dell'omeopatia da parte dei medici chirurghi, degli odontoiatri, dei medici veterinari e dei farmacisti" e la successiva circolare interpretativa del luglio 2014» e prevede, come si legge nel testo, che «la Regione promuova e tuteli l'esercizio delle medicine non convenzionali» e «definisca la procedura per l'accreditamento dei soggetti pubblici e privati responsabili della formazione». In particolare, «gli Ordini professionali istituiscono gli elenchi dei professionisti» a cui «possono iscriversi «medici chirurghi, odontoiatri, veterinari e farmacisti che hanno effettuato i percorsi formativi», che devono «corrispondere ai criteri e agli obiettivi individuati dall'Accordo Stato Regioni». Saranno «Ordini e Regione, sulla base di protocolli d'intesa, a determinare i percorsi formativi, effettuati da enti accreditati dalla Regione, i criteri e le modalità per la loro valutazione», così come «i criteri e le modalità di accreditamento regionale degli enti formativi». «Primo step» continua Giaccone «riguarda i medici, mentre farmacisti (e anche per i veterinari), secondo quanto stabilisce l'Accordo della conferenza stato-regioni, l'operatività potrà essere avviata dopo un passaggio con la Fofi, a cui è stata affidata la definizione delle modalità di coordinamento del percorso». E sui medici «occorre specificare che l'atto della prescrizione del farmaco è per legge libero, pertanto non è possibile impedire a chi non ha seguito il percorso di formazione di prescrivere prodotti omeopatici per esempio, ma il cittadino è reso consapevole dell'esistenza di una regolamentazione della disciplina e paziente e professionista sono tutelati dalla presenza degli elenchi presso gli Ordini che permettono di individuare chi ha effettuato un percorso formativo e l'adeguatezza del iter stesso». Il Piemonte, conclude Giaccone, «è tra le prime e pochissime Regioni che hanno provveduto al recepimento dell'Accordo - possibilità per altro vicina alla deadline e credo che non tutte le Regioni provvederanno - e abbiamo scelto la via della legge perché è di maggiore impatto rispetto all'obiettivo di dare autorevolezza alla disciplina e in termini di risonanza nella pubblica opinione».

Francesca Giani

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