lug192013
Cranberry e infezioni urinarie: nuove prove di efficacia
Da due nuovi studi emerge un importante ruolo del mirtillo rosso, (cranberry) estratto secco in polvere) come inibitore del Proteus mirabilis, un batterio spesso presente nelle infezioni complicate del tratto urinario (Uti). Le ricerche, pubblicate sul Canadian journal of microbiology and colloids and surfaces b: biointerfaces condotte da un gruppo di ingegneri chimici della Montreal McGill university, hanno dimostrato che al crescere della concentrazione di polvere di mirtillo diminuisce la produzione batterica di ureasi, un enzima che aiuta la diffusione dell’infezione. «I nostri risultati» dicono i ricercatori canadesi «sono di supporto al ruolo che il consumo di cranberry potrebbe giocare nella prevenzione delle forme croniche di queste infezioni. Globalmente vengono segnalati più di 150 milioni di casi di infezioni del tratto urinario ogni anno e i trattamenti antibiotici restano l''approccio standard per affrontarle. Ma l''attuale aumento della resistenza batterica agli antibiotici sottolinea l''importanza di sviluppare un altro approccio». Il dibattito resta ancora aperto dopo che l’ultima revisione Cochrane ha stabilito che il cranberry è efficace per prevenire le Uti solo nelle donne soggette a infezioni ricorrenti. Intanto, la ricerca canadese ha evidenziato un altro possibile uso dell’estratto: aggiunto a un substrato di silicone ha impedito la diffusione del P. mirabilis. Scoperta importante, dal punto di vista clinico, che apre il campo a un possibile impiego per ridurre la diffusione di germi patogeni nei dispositivi medici, come i cateteri, il cui utilizzo è spesso gravato dall’insorgenza di infezioni urinarie anche antibiotico-resistenti. Nello stesso laboratorio, precedenti ricerche avevano dimostrato che i derivati del mirtillo rosso possono di inibire l’espressione del gene che codifica per i filamenti flagellati dell’Escherichia coli (quelli che gli permettono di nuotare nei liquidi biologici).