ott22015
Mnlf e Parafarmacie rispondono a Lorenzin: in parafarmacia ci sono laureati
Non sono passate inosservate le dichiarazioni del ministro Lorenzin, che nel corso di un intervento a Repubblica Tv ha ribadito il suo fermo no a qualsiasi liberalizzazione della fascia C. Secondo il Movimento nazionale liberi farmacisti «le considerazioni espresse fanno pensare a una scarsa conoscenza del settore della distribuzione del farmaco, fatto che sarebbe grave per un ministro della Salute». Mnlf entra nel merito delle parole del ministro ribadendo come «i farmaci di fascia C, quelli con obbligo di ricetta e pagati direttamente dai cittadini, di cui si chiede la liberalizzazione, non sono a carico del sistema sanitario nazionale, la loro liberalizzazione non farebbe aumentare in alcun modo la spesa sanitaria pubblica, al contrario incrementerebbe l'uso dei generici promuovendo risparmi per Ssn e cittadini». Critiche al ministro anche quando sottolinea che dispensare il farmaco non è come vendere mortadella, pere o mele. «Proprio perché il farmaco non deve essere banalizzato» sottolinea la nota «nelle parafarmacie e nella grande distribuzione, ci sono reparti dedicati ove c'è un professionista laureato e abilitato proprio come nelle farmacie, inoltre gli stessi esercizi debbono sottostare a severi controlli e partecipare alla farmacovigilanza». Dello stesso tenore anche la replica del presidente della Federazione nazionale parafarmacie italiane
Davide Gullotta che chiede al ministro: «A breve potrebbero esserci farmacie gestite da multinazionali e non più da farmacisti. Il ministro rifletta: quali sarebbero in tal caso le garanzie di sicurezza offerte al cittadino consumatore?». Quanto al parallelo con mortadella e pere per Gullotta «non fa onore a un ministro della Repubblica, oltre ad essere offensivo nei confronti di quei farmacisti professionisti che quotidianamente fanno il proprio lavoro nelle parafarmacie di territorio». Nelle parafarmacie lavora da sempre un farmacista laureato, continua il presidente delle parafarmacie. «È questa la garanzia di sicurezza più grande per il cittadino consumatore. Il ministro della Salute» conclude Gullotta «dovrebbe piuttosto chiedersi quali siano le garanzie di salute offerte da chi semplicemente si limita a ereditare una farmacia o a comprarla, senza dover superare nessun concorso o esame».
Marco Malagutti