mar302011
Mnlf, rivedere i criteri della pianta organica
Il sistema farmaceutico nazionale stabilisce che il numero delle farmacie presenti nel territorio debba essere legato fondamentalmente al numero degli abitanti residenti senza tener in minimo conto delle dinamiche di spostamento della popolazione determinate da ragioni economiche (lavoro) e di formazione (studio). Questo determina una rigidità del sistema che non riesce a rispondere alle nuove esigenze della popolazione e al mutamento dei comportamenti sociali. È questa la conclusione dello studio "Pianta organica strumento rigido di pianificazione", presentato in anteprima dal Movimento nazionale liberi farmacisti nel corso del convegno organizzato dalle parafarmacie su liberalizzazioni e concorrenza. A partire dall’analisi dei flussi pendolari riferiti alle 10 principali città italiane, con 14 milioni di persone che ogni giorno si muove per raggiungere posto di lavoro o di studio, l’indagine di Mnlf osserva come cambi sensibilmente il numero reale della popolazione che vive in città; ergo cambiano anche i riferimenti demografici su cui si basano i valori per aprire le farmacie. Se a questo si aggiunge che nel 2017 il numero di farmacisti iscritti agli ordini arriverà a quota 100000, per Mnlf è giunto il momento di rivedere questi criteri. E il ddl Gasparri/Tomassini non è la maniera migliore. Una risposta, osservano i liberi farmacisti, potrebbe venire dalle parafarmacie che potrebbero offrire “alloggio” lavorativo ai farmacisti in arrivo. Rinunciare alle capacità professionali e imprenditoriali di questi professionisti è un lusso che nell’attuale congiuntura economica l’Italia non può permettersi, conclude lo studio Mnlf.