nov212013
Mur in fase 2 della sperimentazione: positivi i primi feedback dei pazienti
Se nella fase 1 della sperimentazione il progetto Medicine use review (Mur), applicato alla patologia asmatica, ha dato importanti risultati sul ruolo del farmacista nel monitoraggio della compliance, la fase 2 avviata da poco e in corso di realizzazione permetterà, tramite un questionario, di avere il feedback dei pazienti e di conoscere il loro percepito in termini di benefici sul proprio stato di salute. E i primi esiti si direbbero già molto positivi, stando a quanto riporta Lucia Sartori, segretario provinciale dell'Ordine di Treviso e farmacista impegnata sul campo nel Mur nella provincia capofila della sperimentazione in Italia e intervenuta ieri al convegno "Nuove competenze per valorizzare la professione del farmacista" organizzato dalla Fofi provinciale. «Dai questionari finora raccolti, compilati dai pazienti che abbiamo ricontattato dopo la prima fase del progetto» spiega Sartori a Farmacista33 «emergono già un generale entusiasmo per il coinvolgimento in progetti come questi in cui il paziente si sente realmente preso in carico per la sua malattia, e l'auspicio che si possano ripetere, cioè che non restino esperienze isolate. Si dovrà concludere la raccolta di tutti i questionari per poter avere un dato più globale, ma i risultati positivi si vedono già e si sommano a quelli riscontrati nella prima fase sperimentale». Il riferimento è ai dati presentati nei mesi scorsi secondo cui nel 45% dei pazienti asmatici c'è una potenziale non aderenza alla terapia. «Dall'analisi delle 1.340 tipologie di problematiche relative all'uso dei farmaci nella terapia dei pazienti asmatici» aggiunge Sartori «la principale è l'interazione tra farmaci». Stando, infatti, ai dati che Sartori ha illustrato al convegno, «nel 41% dei casi vengono assunti da 1 a 4 farmaci sconsigliati nella patologia asmatica e tra questi la maggior parte sono antinfiammatori non steroidei, in molti casi di libera vendita, nella cui dispensazione la professionalità del farmacista ha un ruolo importante». Tra le altre problematiche più comuni, «la discrepanza tra dose prescritta e dose assunta, riscontrata nel 12% dei pazienti, la necessità di una maggiore educazione del paziente sulla patologia, nel 19% dei casi e problemi relativi al monitoraggio della terapia, nel 16%». La sperimentazione, conclude Sartori, «ha anche permesso di valutare l'operatività di un progetto, nato in Inghilterra e adattato alla realtà italiana e ha dimostrato che i farmacisti italiani lo hanno usato, hanno raccolto risultati significativi e lo hanno percepito come uno strumento professionalizzante che aggiunge al consiglio nella dispensazione anche il consiglio sull'aderenza».
Simona Zazzetta