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mag152019

Nausea e vomito in gravidanza, disponibile un farmaco specifico

Nausea e vomito in gravidanza, disponibile un farmaco specifico

Nausea e vomito in gravidanza, la combinazione doxilamina succinato e pirossina cloridrato risulta efficace nel trattamento dei malesseri

È in commercio da alcuni mesi anche in Italia una nuova combinazione per il trattamento di nausea e vomito in gravidanza. Si tratta dell'associazione doxilamina succinato 10mg e piridossina cloridrato 10 mg (vitamina B6), risultata più efficace rispetto al placebo e alla sola piridossina, già impiegato per controllare tali sintomi.
Il farmaco, in uso da alcuni decenni in paesi come Canada e Spagna, è stato testato su 200mila donne e inserito dall'Fda nei farmaci di fascia A per la gravidanza per la sua sicurezza di impiego, l'assenza di effetti teratogeni e di aumento del rischio di malformazioni fetali. Raccomandato dalle Linee Guida Acog (American College of Obstetricians and Gynecologists) è in Italia inserito in fascia C.
La nausea in gravidanza interessa una percentuale di donne variabile tra il 70% e l'85%, soprattutto nel corso del primo trimestre, e nella metà dei casi è associata a vomito. «Generalmente, la nausea compare tra la quinta e l'ottava settimana di gestazione, raggiungendo l'apice tra la dodicesima e la quattordicesima. Nella maggior parte dei casi, tende a sparire dopo il terzo mese di gravidanza, tuttavia circa il 20% delle donne continua ad avvertirne i sintomi anche in seguito. Oltre a questo sintomo la donna può manifestare tensione al seno, sonnolenza e stanchezza. Sebbene non siano ancora chiare le cause della nausea in gravidanza, a scatenarla potrebbero essere in primo luogo i cambiamenti ormonali. Uno dei principali fattori che provocano questo malessere è l'aumento dei livelli della gonadotropina corionica umana (Beta-hCG), ormone prodotto già pochi giorni dopo il concepimento, che raggiunge i massimi livelli nel sangue materno al terzo mese di gravidanza per poi decrescere» spiega Irene Cetin Direttore UOC di Ostetricia e Ginecologia, Ospedale dei Bambini "Vittore Buzzi", Milano.
La qualità di vita della gestante può essere sensibilmente peggiorata, negli aspetti lavorativi e relazionali, da questa condizione, spesso sottovalutata dagli stessi medici e considerata una normale e ineluttabile conseguenza della gravidanza.
«Si tratta di un disturbo che come tale va trattato» sottolinea Caterina Ermio, Direttore f.f. Neurologia, Presidio Ospedaliero Lamezia Terme, ASP Catanzaro. «È importante sensibilizzare il medico di medicina generale e il ginecologo; occorre un cambiamento culturale nella relazione medico-paziente: è auspicabile infatti che lo specialista chieda proattivamente alla donna se presenta il disturbo, anche se non esplicitamente dichiarato dalla stessa, e nel caso, proceda alla prescrizione della terapia appropriata».
Il farmaco si presenta con una formulazione in capsule a lento rilascio, da assumersi la sera ed eventualmente anche la mattina. La presenza di doxilamina può causare sonnolenza. Non è stato studiato nei casi di iperemesi gravidica, una condizione grave che interessa 1 caso su 300 e che può richiedere il ricovero ospedaliero per la gestione delle complicanze come disidratazione e squilibri nutrizionali, oltre a causare potenziali danni sullo sviluppo fetale: «è possibile che questa condizione abbia degli effetti sullo sviluppo dell'embrione, con un aumento del rischio dibasso peso alla nascita o diparto prematuro, specie se in gravidanza la mamma ha perso molto peso» precisa Cetin. «In ogni caso la presenza di nausea porta a comportamenti alimentari che tendono ad escludere molti cibi e quindi associarsi a carenze nutrizionali proprio nelle prime settimane di gravidanza, quando si programma l'espressione dei geni fetali».

Stefania Cifani
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