mag312012
Non basta un integratore di soia per le cardiopatie
Gli asiatici che consumano molta soia hanno tassi inferiori di cardiopatie rispetto a quelli che seguono una dieta di tipo occidentale. Tuttavia chi sperava che la soia nascondesse un rimedio miracoloso dovrà ricredersi
Una dieta ricca di soia è collegata a minori tassi di cardiopatie, tuttavia mancano evidenze su un’eventuale azione simile da parte di supplementi contenenti derivati della soia. A togliere ogni speranza ci sono ora i risultati, appena pubblicati sull’American journal of clinical nutrition, di una ricerca effettuata con isoflavoni della soia da William Wong, del Baylor college of medicine di Houston, e colleghi. I ricercatori hanno assegnato 24 donne in menopausa a un regime costituito da: 80 mg al giorno di isoflavoni di soia, o placebo, per 6 settimane. Tutte le donne all’inizio dello studio avevano la pressione sanguigna moderatamente elevata; al termine dello studio la situazione pressoria non era differente tra il gruppo placebo e il gruppo in trattamento. Più in dettaglio, i valori di sistolica erano 136 mmHg nel gruppo placebo e 137 mmHg nell’altro, la diastolica si attestava mediamente su valori di 80 mmHg in tutte le partecipanti. Gli autori non hanno rilevato alcun effetto nemmeno sulla produzione di ossido nitrico. I ricercatori, delusi, sono convinti che anche se lo studio si fosse protratto oltre, nulla sarebbe emerso a favore dell’ipotesi antipertensiva degli isoflavoni.
Am J Clin Nutr. 2012 Jun; 95(6):1487-94