Politica e Sanità
25 Luglio 2016«Ci togliete anche i medici di base? Allora fateci fare le ricette». Questa la provocazione che Roberto Grubissa segretario Sunifar rivolge alla Sisac in riferimento alla proposta di Uccp aperte h16 e alle aggregazioni di medici in poliambulatori e Case della salute, che comporterebbe un accentramento di queste figure in determinate aree, non sempre accessibili a chi vive in zone disagiate o durante le ore notturne. Grubissa spiega a Farmacista33 che «nei piccoli paesi in alta montagna c'è bisogno di assistenza sul territorio, non si può pensare che un anziano faccia 20 km di strade tortuose per andare dal medico di base». Inoltre per quanto riguarda l'h16, Alfredo Orlandi presidente Sunifar sottolinea: «L'80% delle chiamate che riceviamo sono al di fuori del Ssn e comportano una richiesta d'aiuto al decisore politico, questo dato non arriva ma noi ci abbiamo a che fare tutte le notti. Con l'h16 come si fronteggeranno le emergenze notturne?»
Non si placano, dunque, le polemiche sulle iniziative interregionali «che penalizzano le aree rurali - sottolinea Grubissa - con la fusione dei comuni vengono fatti sparire i paesi, la realtà più piccola soccombe inevitabilmente alla più grande perché vengono a mancare i servizi e l'ex comune desertifica. Basti pensare che la provincia più estesa del Veneto è la meno abitata». E questa sarebbe solo una delle preoccupazioni dei farmacisti rurali, non ultimi alcuni dei contenuti dell'atto di indirizzo: «Abbiamo preso posizione per quanto riguarda la ridefinizione di ruralità - spiega Orlandi - ruralità non è solo disagio economico ma è anche disagio geografico, disagio di servizi e disagio di tutto, bisognerebbe dire a chi legifera di venire a vivere nei piccoli paesi, forse così prenderebbero consapevolezza di cosa significa, il disagio è un concetto più generale, tale da non poter essere liquidato con 4 righe su un atto di indirizzo che così non può andare, necessita di una serie di approfondimenti e di moltissimi correttivi».
Sul Ddl concorrenza, invece, è stata accolta con parere più che positivo l'approvazione alla commissione Industria del Senato e al Governo l'ordine del giorno che recupera l'emendamento che prevede un aumento del fatturato di riferimento delle farmacie rurali che possono godere di una quota sconto in favore del Ssn: «Finalmente dopo tanto impegno e fatica da parte di Sunifar abbiamo trovato delle porte aperte - afferma Grubissa - ora che il discorso "quantitativo", ovvero in termini di fatturato di riferimento, è stato chiarito, ci sarà da affrontare anche il discorso qualitativo - cosa andrà incluso nel fatturato e cosa no - per garantire ai colleghi di continuare a operare con professionalità e dignità». Tuttavia, non mancano le preoccupazioni legate a ciò che comporterà l'entrata in vigore della legge, con particolare riferimento ai capitali. Per i rappresentanti delle farmacie rurali una cosa è certa, bisogna fare fronte comune: «Ci consideriamo una grande famiglia con i colleghi urbani, se si creeranno grosse catene ed assembramenti, sia i presidi in città che quelli nelle campagne potranno risentirne» commenta Grubissa. «Siamo con gli occhi puntati, non impauriti ma attenti a quello che dovrà succedere perché poi ci dovranno essere decisioni che dovranno vedere tutta la professione compatta. Il nostro dovere è difendere la farmacia» conclude Orlandi.
Attilia Burke
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