Nutraceutica e novel food, evoluzione della nutrizione e dell’integrazione
Il termine nutraceutica nasce a fine anni '80, negli Stati Uniti, da Stephen De Felice, fondatore della Foundation for Innovation in Medicine di New York, per designare quei prodotti che "svolgono comprovate funzioni fisiologiche o attività biologiche, derivate mediante le tecniche della sintesi farmaceutica da piante, agenti microbici e alimenti". Prodotti che possono essere assunti "attraverso i cibi funzionali da essi arricchiti oppure sotto forma d'integratori in compresse, capsule, fiale o polveri solubili". Una definizione che si ispira a quella di alimento funzionale, già codificata per arrivare a comprendere più categorie di prodotti con finalità salutistiche.
Alimenti funzionali il mercato segue l'evoluzione del concetto di nutrizione
Funzionali era stati definiti, a metà degli anni '80, quegli alimenti a cui per composizione veniva riconosciuta la capacità di regolare alcuni parametri legati alla salute e al buon funzionamento dell'organismo. In Giappone, primo paese al mondo a creare una regolamentazione ad hoc, gli alimenti funzionali furono denominati Foshu-Food for specific health. Se ne cominciò a parlare in seguito ai risultati di studi che mettevano in relazione l'allungamento della vita della popolazione giapponese con un'alimentazione locale tipica a base di pesce e riso. In questo senso pomodoro, pesce, frutta secca, olio di oliva o yogurt, per esempio, sono alimenti funzionali naturali, per la presenza di nutrienti o biocomposti in grado di migliorare lo stato di salute e ridurre il rischio di insorgenza di altre malattie. Gli alimenti funzionali possono anche essere modificati per incidere sulla loro funzionalità, in un senso o in un altro: si parla di prodotti arricchiti, nel caso vengano addizionati con un componente naturalmente assente o "free from" se privati di un componente o fortificati se viene aumentata la concentrazione di un nutriente in particolare. Queste definizioni aiutano a comprendere un mercato di prodotti alimentari certamente complesso, che ha seguito nel tempo l'evoluzione di un concetto di nutrizione sempre più mirato alla costruzione del benessere e alla prevenzione delle malattie degenerative, sganciandosi da una più generica definizione di dieta intesa come limitazione calorica).
Prodotti funzionali e nutraceutici: le leve che muovono la richiesta
Secondo l'esteso rapporto dell'Area Studi Mediobanca - Nutraceutica e novel food: tra salute e sostenibilità. Overview internazionale, 2022 - la diffusione dell'insieme di prodotti funzionali e nutraceutici "fa leva sul desiderio dei consumatori di evitare gli effetti collaterali associati ai farmaci tradizionali, di non svilupparne assuefazione e di evitare la resistenza agli antibiotici che gli agenti microbici posso acquisire per effetto delle loro mutazioni o varianti o anche per l'abuso umano dei farmaci medesimi". La nutraceutica oggi rappresenta un mercato che offre prodotti fortemente orientati al miglioramento di alcune funzioni in particolare: rafforzare il sistema immunitario, favorire le funzioni gastrointestinali, supportare l'attività fisica, contrastare l'insorgenza di malattie cardiovascolari e degenerative di vario tipo; raccoglie sotto di sé tanto gli alimenti funzionali quanto gli integratori alimentari, ma anche gli alimenti con una funzione medica destinati a chi ha specifiche patologie (ASFM, Regolamento UE 609/2013) e gli alimenti per infanzia da 1 a 3 anni di età.
Il valore del mercato della nutrizione specializzata con finalità salutistica
La nutrizione specializzata con finalità salutistica valeva in Italia nel 2020 circa 4,8 miliardi di euro (dati Unione Italiana Food). Fra le diverse categorie i baby food con 0,3 miliardi di euro (tra cui omogeneizzati al 52% e il latte al 26%), i prodotti per celiaci 400 milioni di euro, mentre quelli per fini medici speciali (AFMS) arrivano nel complesso a 170 milioni. Il resto, 70 milioni circa, comprende l'alimentazione per sportivi o dedicata alla gestione del peso e al dimagrimento. Gli integratori, costituiscono ancora il grosso del mercato: i valori sono triplicati dagli 1,3€ miliardi del 2008 ai 3,8 miliardi del 2020, mentre il 2021 sta facendo rilevare ancora una crescita a valore del 4,5% nel corso del primo semestre. Infine, per avere una più completa panoramica della sensibilità dei consumatori, vale la pena anche fare un breve cenno ai volumi di vendita realizzati da iper e supermercati per alcune categorie alimentari. Le vendite dell'insieme dei prodotti "free from" nel 2020 ammontavano a 6.972 milioni di euro, davanti a quelli per le intolleranze. Alcune tendenze esprimono fatturati importanti. Qui in ordine decrescente: le referenze dei "senza conservanti" (2,6 miliardi) o senza "olio di palma" (1,8 miliardi); quelle a "ridotto contenuto di grassi" (1,5 miliardi) o "assenza di grassi saturi" (1,5 miliardi); seguono i prodotti per celiaci (3 miliardi) o quelli "privi di lattosio" (1,3 miliardi); quelli "ricchi in fibre" (un miliardo), i prodotti per vegani (1,8 miliardi), i prodotti biologici (1,2 miliardi) e infine quelli per vegetariani (1,1 miliardi) (dati Osservatorio Immagino 2021/1, GS1 Italy, rielaborati dall'Area Studi Mediobanca).
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A cura di Paolo Levantino - Farmacista clinico
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11/11/2025
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