mar142013
Oms, crisi mette a rischio salute e speranza di vita
I tagli alla Sanità in Europa minacciano nientemeno che la speranza di vita e i progressi fin qui registrati nella salute. L’allarme arriva da una fonte autorevole, l’Organizzazione mondiale della sanità
I tagli alla Sanità in Europa minacciano nientemeno che la speranza di vita e i progressi fin qui registrati nella salute. L’allarme arriva da una fonte autorevole, l’Organizzazione mondiale della sanità, che in un rapporto di quasi 170 pagine evidenzia innanzitutto i risultati positivi fin qui ottenuti. L’Oms prende in esame 53 Paesi, in cui vivono quasi 900 milioni di persone. Si rileva un progressivo calo nella mortalità complessiva, che nel 2010 è scesa a 813 decessi ogni 100.000 abitanti; la mortalità infantile in Europa si è più che dimezzata in vent’anni, scendendo ad appena di 7,3 per mille nati vivi, la più bassa del mondo. Nel frattempo abbiamo assistito a una speranza di vita che in un trentennio è aumentata di cinque anni, giungendo a una media di 76 ed entro il 2050 si prevede che salirà di ulteriori cinque anni. Ma questo scenario ottimistico è minacciato dai tagli alla spesa sanitaria, che molte nazioni stanno apportando nel tentativo di far fronte alla crisi economica. L’altro dato preoccupante è costituito dalle marcate disuguaglianze tra uno Stato e l’altro. È Zsuzsanna Jakab, direttore generale per l'Oms Europa, a lanciare un monito alle autorità politiche e sanitarie: «ci sono disuguaglianze persistenti e diffuse, e sul fronte della salute in alcuni casi si registra un peggioramento; questo è ingiusto e deve essere una priorità per noi per affrontare la questione collettivamente». L’obiettivo di abbattere le disuguaglianze si dovrà affiancare a una particolare attenzione rivolta a due categorie deboli: gli anziani, che entro il 2050 saranno un quarto della popolazione, e i migranti, che già oggi sono 73 milioni e il cui accesso al diritto alla salute è molto complesso. Le differenze nello stato di salute appaiono direttamente associate alle disparità nel reddito, che varia dai 715 ai 105.000 dollari. Si evidenzia così una spaccatura nell’Europa, con i Paesi orientali penalizzati nei tassi di mortalità e nei fattori di rischio legati agli stili di vita, in particolare fumo e alcol.