Ossigeno, Utifar: migliaia di bombole nelle farmacie ma non possono essere riempite
Il divieto per le aziende produttrici di gas, di riempire bombole di proprietà delle farmacie ha portato, come previsto, gravi problemi di approvvigionamento dell'ossigeno terapeutico e, allo stesso tempo, un paradosso: nei magazzini delle farmacie le bombole ci sono, ma non possono essere riempite. A sottolineare la complessità della situazione, creatasi a un solo mese di distanza dall'entrata in vigore del provvedimento e denunciata nei giorni scorsi da diverse rappresentanze delle farmacie è l'Utifar che ricorda che aver "ripetutamente avanzato attraverso articoli e segnalazioni istituzionali: i fornitori non sono in grado di garantire alle farmacie il giusto numero di bombole". Da una indagine Utifar rivolta farmacie italiane, svolta nel 2015 e consegnata alle istituzioni, è emerso che le bombole per l'ossigeno di proprietà delle farmacie sono più di 70 mila. "Oggi queste bombole anche se nuove e collaudate rimangono inutilizzate nelle farmacie italiane" sottolinea Utifar. "Il provvedimento non aveva alcun senso logico e le ripetute proroghe alla data di entrata in vigore avevano fatto sperare per un ravvedimento che, alla fine, non c'è stato. Oggi, a fronte del palese stallo che si è creato nella dispensazione di ossigeno a livello territoriale, cosa si aspetta ad eliminare una norma così assurda che impedisce alle farmacie di utilizzare le bombole di sua proprietà e azzera un servizio che per quasi 100 anni ha portato sollievo ai malati e alle loro famiglie? È evidente che la situazione è stata creata per favorire l'interesse economico di qualcuno e, al contempo, delegittimare ancora una volta il ruolo sociale delle farmacie. Tuttavia, non è tollerabile che questi interessi si ripercuotano in maniera così dirompente sul cittadino. Le farmacie hanno da sempre offerto il servizio di fornitura delle bombole di ossigeno per venire incontro alle urgenze e per alleviare le sofferenze dei cittadini. Quello del noleggio delle bombole non è mai stato un comparto remunerativo, ma un'attività sempre portata avanti con spirito di servizio e di sostegno umano al cittadino. Per questi motivi, Utifar chiede alle istituzioni competenti di risolvere la situazione al più presto e alle rappresentanze di categoria di fare il massimo sforzo per aiutare chi di dovere a risolvere questa antipatica e paradossale situazione e ricreare le condizioni affinché un servizio rodato e dalla forte valenza umanitaria possa riprendere il prima possibile in maniera efficiente".(SZ)
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