farmaci

lug62016

Paracetamolo nella cefalea tensiva, ridimensionata l'efficacia dalla Cochrane

Paracetamolo nella cefalea tensiva, ridimensionata l'efficacia dalla Cochrane
Una revisione Cochrane sembra ridimensionare l'entità del beneficio apportato dal paracetamolo, uno degli antidolorifici disponibile senza prescrizione (Otc) più comunemente usati in tutto il mondo dai pazienti che soffrono di cefalea episodica di tipo tensivo, ovvero con frequenti episodi cefalalgici (da 2 a 14 ogni mese). La dose abituale del farmaco, da assumere per via orale, è di 1.000 mg. La metodologia delle revisioni Cochrane è quella consueta (e rigorosa): i tre autori - Guy Stephens, Sheena Derry e Andrew Moore, operanti presso l'Università di Oxford (UK) e componenti dei Gruppi Cochrane sul dolore e sulle cure palliative, hanno effettuato una ricerca nella letteratura medica tramite i più importanti database e hanno trovato 23 studi che hanno coinvolto nel complesso 8.079 partecipanti che richiedevano paracetamolo per frequenti episodi di cefalea di tipo tensivo. Circa 6.000 di questi sono stati arruolati in studi di confronto tra paracetamolo 1.000 mg e placebo (una compressa "dummy").

Gli outcome sono stati riportati di solito 2 ore dopo l'assunzione del farmaco o del placebo (questo perché l'International headache society [Ihs] raccomanda come criterio di valutazione d'efficacia l'assenza di dolore a due ore dall'assunzione di un farmaco), ma sono stati indicati anche altri metodi per riportare i risultati. In effetti, in pochi studi è stato comunicato lo stato del dolore nel paziente dopo 2 ore o altri risultati, quindi - sottolineano i tre studiosi Cochrane - c'erano informazioni limitate per analizzare alcuni risultati. In ogni caso, l'endpoint di essere liberi dal dolore dopo 2 ore è stato segnalato da 24 persone su 100 che utilizzavano paracetamolo 1.000 mg e da 19 su 100 del gruppo placebo, il che significa - in altre parole - che solo 5 soggetti su 100 hanno tratto beneficio assumendo paracetamolo 1.000 mg (prova di alta qualità). Il risultato di essere liberi dal dolore o di avere solo un lieve dolore a 2 ore è stato segnalato da 59 pazienti su 100 del gruppo paracetamolo 1.000 mg e da 49 persone su 100 trattate con placebo: ciò vale a dire che soltanto 10 persone su 100 persone hanno tratto beneficio a causa del paracetamolo. Peraltro - aggiungono Stephens, Derry e Moore - circa 10 soggetti su 100 che assumevano l'antidolorifico hanno riferito di aver avuto un effetto collaterale, molto similmente come nel gruppo placebo (9 su 100). Comunque la maggior parte degli effetti collaterali sono stati di intensità lieve o moderata e non sono stati rilevati effetti collaterali gravi. «Abbiamo trovato anche una piccola quantità di informazioni derivanti dal confronto tra paracetamolo alla dose di 500 o 650 mg con il placebo (però ad alto rischio di bias), e anche dal confronto tra paracetamolo 1.000 mg con altri analgesici (a minore rischio di bias): non si è registrata alcuna differenza tra alcuno di questi trattamenti». Tirando le somme, «il paracetamolo alla dose di 1.000 mg offre un piccolo beneficio in termini di libertà dal dolore in persone con frequenti episodi di cefalea di tipo tensivo che soffrono di cefalea acuta di intensità moderata o grave» è la conclusione della revisione Cochrane.

Cochrane Database Syst Rev, 2016;6:CD011889. doi: 10.1002/14651858.CD011889.pub2.
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