mar192017
Parafarmacie: Tomaselli (Pd), un equivoco che il mercato non ha apprezzato
«Bisogna con onestà e franchezza prendere atto che il modello delle parafarmacie non ha funzionato rispetto alle aspettative iniziali che erano ben più ambiziose. Per questo bisogna pensare a meccanismi di sanatoria e regolarizzazione e che almeno una quota diventi farmacia. Se no si va avanti con un equivoco che il mercato ha mostrato di non apprezzare». Così Salvatore Tomaselli (Pd) uno dei due relatori in Commissione industria al Ddl Concorrenza ha ribadito nel corso di FarmacistaPiù le intenzioni della maggioranza di Governo rispetto alla questione delle parafarmacie, un'intenzione peraltro già esplicitata dalla presidente della Commissione Igiene e Sanità Emilia De Biasi. Nel corso del suo intervento alla tre giorni milanese Tomaselli ha anche confermato l'ormai prossimo approdo in aula del testo che ha avuto un iter a dir poco travagliato. «Nelle dinamiche politiche questo Ddl ha avuto diversi "stop and go". La Commissione Industria lo ha licenziato ad agosto e poi per questioni varie sulle quali è inutile soffermarsi siamo giunti ad oggi. La calendarizzazione è prevista nelle prossime settimane e abbiamo lavorato ad alcune limature nel testo. Del resto» continua Tomaselli «c'è il tema dell'ingresso capitali sul quale abbiamo raccolto le istanze della categoria. Abbiamo immaginato tetti a questo mercato perché non ci sia deregulation e perché non sia privo di responsabilità e limiti, ma mantenga il ruolo prioritario nella distribuzione dei farmaci alle farmacie».
In vista c'è un emendamento che dovrebbe abbassare il tetto delle proprietà dal 20 al 15%. «Abbiamo ragionato con gli operatori e posso confermare che ci sarà un emendamento dei relatori. La logica è quella di prendere atto che anche in Italia i capitali entrano, ma dentro un quadro di regole e compatibilità. Punto fermo è la piena funzione strategica di tutela al consumatore e al paziente che è delle farmacie». Infine il senatore fa una riflessione per il futuro «L'ambizione del testo forse era eccessiva, meglio» conclude «immaginare un Ddl più mirato su pochi argomenti per favorire una più rapida approvazione in parlamento e la conseguente attuazione».
Marco Malagutti