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Politica e Sanità

22 Settembre 2018

Pensioni, da “quota 100” timori per giovani. Stabilità casse farmacisti sotto osservazione


Qualsiasi ipotesi di modifica al sistema previdenziale che comporti oneri finanziari deve essere oggetto di particolare attenzione e i principali timori vanno alle giovani generazioni. E, anche se al momento sembra che le possibili modifiche alla legge Fornero non intacchino l'autonomia ordinamentale riconosciuta alle Casse previdenziali dei professionisti, tra cui l'Enpaf, «sarà massima la nostra attenzione nel dibattito parlamentare qualora emergano possibili estensioni alle Casse, e ciò a tutela non solo dell'equilibrio previdenziale nel medio-lungo periodo, ma anche delle aspettative di tutela delle giovani generazioni, che non possono farsi carico di oneri impropri».

Le parole sono di Emilio Croce, presidente Enpaf, che abbiamo sentito all'indomani del dibattito attorno a una delle proposte per la Legge Bilancio 2019, la cosiddetta pensione a quota 100, che mira a rivedere la Legge Fornero. Sul tema, come sulle altre proposte - tra cui la pensione "di cittadinanza" del M5s, che porterebbe la minima a 780 euro - sono allo studio i tecnici ed è in corso il braccio di ferro con il ministro dell'Economia Giovanni Tria. Con "quota 100" si porterebbe l'uscita dal lavoro a 62 anni d'età, a fronte di 38 anni di contributi, ma ci potrebbero essere anche altre combinazioni: 63 anni di età e 37 di contributi, a 64 e 36 e 65 e 35. A seconda di come verrà modulata, potrebbe interessare, è stato stimato, nel 2019, 492mila lavoratori per un costo di circa 8 miliardi di euro. Il dibattito è aperto e, di recente, da Alberto Brambilla, presidente del centro studi e ricerche Itinerari Previdenziali ed esperto della Lega per la previdenza e l'assistenza, era stata lanciata l'idea di "far operare i fondi di solidarietà ed i fondi esubero", con un intervento delle imprese, mentre tra le ipotesi di ieri per far decollare la proposta ci sarebbe anche il riscatto di laurea anticipato. E sempre ieri è arrivato il monito dell'Ocse, per non disfare la legge Fornero.

«Premesso che è difficile valutare una proposta quando la stessa non risulta essere formalizzata in nessun documento» sono le parole di Croce, «è innegabile che qualsiasi ipotesi di modifica al sistema previdenziale che comporti oneri finanziari deve essere oggetto di particolare attenzione. La cosiddetta quota 100 "totale degli anni derivanti dalla somma tra anzianità anagrafica e contributiva", sulla base della quale appaiono oggi indirizzarsi gli sforzi della politica per rimodulare gli effetti della legge Fornero sulle pensioni, produce effetti finanziari ben diversi a seconda che la quota prevista imponga o meno una età anagrafica più vicina a quella prevista per il pensionamento, ovvero, se l'uscita anticipata verso la pensione sia bilanciata da un ricalcolo totale della prestazione su base contributiva. Le notizie di stampa oggi sembrano avvalorare la tesi che le possibili modifiche alla legge Fornero non intacchino l'autonomia ordinamentale riconosciuta alle Casse previdenziali dei professionisti, tra cui l'Enpaf. Sarà massima la nostra attenzione nel dibattito parlamentare qualora emergano possibili estensioni alle Casse, e ciò a tutela non solo dell'equilibrio previdenziale nel medio-lungo periodo, ma anche delle aspettative di tutela delle giovani generazioni, che non possono farsi carico di oneri impropri».

A Croce abbiamo chiesto anche un punto sul Cumulo dei periodi contributiviper chi ha versato contributi in diverse casse pensionistiche: «Per quanto riguarda l'applicazione nel nostro Ente dell'istituto del cumulo pensionistico, le domande in lavorazione sono 160, e 23 sono già in liquidazione. Ricordo che l'applicazione del cumulo richiede una stretta collaborazione tra l'Enpaf e gli altri istituti previdenziali (tra cui l'INPS) dove risultano accreditati gli spezzoni contributivi dell'assicurato».

Francesca Giani

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