giu212012
Pgeu, la presidenza tocca all’Italia ma non c’è intesa sul candidato
Racca o Liebl, Federfarma o Fofi. Una poltrona per due. Quella della presidenza del Pgeu, l’associazione dei farmacisti europei. Che nel 2013 toccherà all’Italia, in base a una rotazione che di anno in anno assegna la guida del Gruppo a uno dei paesi membri: ora al timone c’è la francese Isabelle Adenot, presidente dell’Ordine dei farmacisti transalpino; nel 2011 c’era il tedesco Heinz-Günter Wolf, presidente dell’Abda (il sindacato nazionale dei titolari), prima ancora il belga Filip Babylon.
La designazione del candidato spetta alle organizzazioni che rappresentano il paese di turno, nel caso dell’Italia Fofi e Federfarma. E tradizione vuole che l’elezione avvenga nella cornice del congresso annuale del Pgeu, ospitato a metà anno dal paese che è alla presidenza. Si tratta di prassi motivata: il neoeletto, infatti, è solito affiancare il presidente in carica per il secondo semestre, in modo da subentragli nel gennaio successivo senza traumatiche discontinuità. Tuttavia a Parigi, dove i farmacisti europei si sono dati appuntamento da domenica a martedì, il successore della Adenot non è stato eletto. Perché il nostro paese si è presentato al congresso senza ancora avere un candidato. Il motivo? Fofi e Federfarma faticano a convergere su un nome: la prima spinge per Maximin Liebl, presidente dell’Ordine di Bolzano, membro del comitato centrale della Federazione e del comitato esecutivo del Pgeu; nel sindacato invece si è fatta strada l’autocandidatura di Annarosa Racca, presidente nazionale e componente del comitato esecutivo del Pgeu, al pari di Liebl. Per risolvere il dilemma a Fofi e Federfarma è stato dato tempo fino a novembre, quando si riunirà l’assemblea generale dei farmacisti europei: potrebbero anche presentarsi con due candidati e rimettere la scelta all’aula, ma sarebbe la prima volta nella storia dell’associazione e l’Italia farebbe una figura meschina. Meglio allora trovare un’intesa, ma per ora è muro contro muro: Fofi sostiene i numeri del proprio candidato (tra i quali la padronanza delle lingue), la presidente Racca sostiene sia cruciale la sua presenza a Bruxelles in questo momento topico per la farmacia italiana. Anche se in Federfarma c’è chi – tra i suoi – fa notare che il doppio incarico risulterebbe insostenibile.
E intanto novembre non è poi così lontano.