mar282023
Piccoli animali da compagnia, malattie infettive e profilassi vaccinale
Oltre al cane e al gatto i dati del rapporto Assalco Zoomark e ANMVI evidenziano la presenza di circa 1,8 milioni di piccoli mammiferi nelle case degli italiani
La realtà dei pet da compagnia è molto ampia tanto da includere specie appartenenti a classi ben distinte tra loro. In aggiunta al cane e al gatto i dati del rapporto Assalco Zoomark, realizzato con il contributo di ANMVI (Associazione Nazionale Medici Veterinari Italiani), evidenziano la presenza di circa 1,8 milioni di piccoli mammiferi nelle case degli italiani. Tra questi il più diffuso è il coniglio da compagnia, presente con numerose razze e selezioni fenotipiche.
Il coniglio da compagnia: pet con specifiche esigenze
Il coniglio è un mammifero appartenente all'ordine dei lagomorfi, come ogni specie possiede un proprio etogramma ben differente da quello di cane e gatto. L'etogramma include l'insieme delle caratteristiche anatomiche, fisiologiche e comportamentali la cui conoscenza è fondamentale per la corretta gestione domestica. È altresì errato di considerare il coniglio da compagnia al pari di quello allevato a fini zootecnici; pur appartenendo alla medesima specie possiedono infatti chiare peculiarità ben diverse tra loro. Affidarsi fin da prima dell'arrivo del pet a un medico veterinario esperto in medicina degli animali non convenzionali, consente di rispettare un corretto approccio multidisciplinare finalizzato al benessere e alla salute del pet e che include anche il rispetto di un'attenta profilassi vaccinale.
Le malattie infettive e la profilassi vaccinale nel coniglio
La prevenzione delle malattie infettive ricopre un ruolo chiave al fine di garantire il benessere di questo pet anche quando è ospitato in ambiente domestico. La mixomatosi e la malattia emorragica virale (MEV) sono malattie infettive a eziologia virale, entrambe diffuse sul territorio nazionale e oggetto di profilassi vaccinale nella specie.
La mixomatosi è una patologia virale conosciuta dal 19° secolo e sostenuta da un Leporipoxvirus a trasmissione diretta (tramite le secrezione respiratorie, liquidi organici, feci, sangue) o indiretta attraverso l'azione degli insetti vettori ematofagi il cui ruolo è cruciale anche nei confronti dei conigli domestici. Se ne riconoscono due forme, una classica e una atipica che differiscono per taluni sintomi. L'impatto del patogeno può essere notevole con la comparsa di mixomi, tumefazioni congiuntivali, palpebrali e secrezioni respiratorie. In relazione alle forme, la sintomatologie respiratoria può comportare gravi conseguenze anche considerando che la specie è a respirazione nasale obbligata. La vaccinazione è volta a prevenire il decesso e la comparsa di lesioni impattanti sulla salute del coniglio. A dimostrazione della potenzialità del virus sulle popolazioni lapine, si ricorda che in Australia il patogeno fu deliberatamente introdotto negli anni 50' dello scorso secolo nell'ambito di una strategia di biocontrollo volta alla riduzione del numero di conigli selvatici divenuti infestanti sul territorio a seguito dell'introduzione della specie nell'800.
La malattia emorragica virale (MEV) riconosce come agente eziologico un calicivirus (RHDV), genere Lagovirus, del quale se ne riconoscono due sierotipi. La MEV sostenuta dal sierotipo 1 di RHDV colpisce il coniglio; il patogeno si trasmette per via diretta o indiretta attraverso mezzi inanimati o vettori animali, inclusi gli insetti ematogeni. La malattia si caratterizza per un periodo d'incubazione di poche ore e una mortalità compresa tra 80%-90% osservabile entro un paio di giorni. La malattia emorragica può presentarsi in varie forme, da iperacuta a cronica, accompagnate da una sintomatologia variabile. La MEV sostenuta dal sierotipo 2 (RHDV2), seppur correlato a RHDV1, possiede però proprie peculiarità antigeniche e genetiche tali da essere classificato come un nuovo sierotipo. La sua comparsa è stata segnalata in Italia nel 2011 e si è progressivamente diffuso sul territorio nazionale. La patologia si dimostra contagiosa, acuta e mortale; si caratterizza per un'epatite acuta necrotizzante e alcuni ceppi virali mostrano una sintomatologia simile alla MEV1. Resistente alle alte e alle basse temperature, l'agente eziologico si diffonde per via diretta (nasale e congiuntivale) e indiretta (tramite oggetti contaminati o insetti ematofagi). Colpisce sia i conigli sia le lepri, aspetto di ulteriore interesse anche dal punto di vista epidemiologico. La mortalità è estremamente variabile e può raggiungere il 100% in relazione alla virulenza del ceppo. Nel 2018, a seguito dell'elevata costante diffusione del sierotipo 2 sul territorio nazionale e del rischio anche per i conigli da compagnia, la Società Italiana Veterinaria per Animali Esotici (SIVAE), federata ANMVI, ha pubblicato online le linee guida "MEV2 Malattia Emorragica Virale da RHDV2 nel Coniglio.
Il medico veterinario e lo schema vaccinale
Nel rispetto del fondamentale ruolo dell'attività sanitaria medico veterinaria in un contesto One Health è innanzitutto opportuno che tutti i proprietari comprendano che la vaccinazione non è riassumibile nella sola inoculazione. È un atto medico che deve essere eseguito dal medico veterinario a seguito di approfondita visita clinica del paziente lapino. Nel corso di questa saranno indagati parametri e informazioni legate al segnalamento e all'anamnesi; farà poi seguito un accurato esame obiettivo generale. Il protocollo vaccinale non è standard, bensì può essere tarato in relazione al singolo esemplare. Le tipologie di vaccini (monovalente, bivalente, trivalente) e le tempistiche delle somministrazioni (semestrali o annuali) variano in relazione allo schema vaccinale selezionato dal medico veterinario. Ai fini della pianificazione dello stesso possono rivelarsi utili strumenti quali la titolazione anticorpale. L'inoculazione è dunque solo una delle fasi finali di un lungo processo volto all'ottenimento di una funzionale protezione immunitaria nel pet. Questa dovrà essere garantita nel tempo rispettando tutte le date dei seguenti richiami vaccinali programmati dal medico veterinario.
Alessio Arbuatti
Medico veterinario ANMVI