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Politica e Sanità

28 Marzo 2017

Pillola cinque giorni dopo, Scollo (Sigo): aumento vendite è fallimento prevenzione


«Stiamo un po' fallendo tutti quanti, perché se si ricorre così spesso alla "pillola dei cinque giorni dopo" significa che non riusciamo a fare prevenzione, noi ginecologi, né tanto meno la scuola e il tessuto sociale». Paolo Scollo, il past president della Società italiana di ginecologia e ostetricia (Sigo) considera il boom delle vendite di ulipristal acetato come un fenomeno decisamente negativo. Non è qui in gioco il diritto delle donne di acquistare liberamente e senza ricetta questo farmaco (diritto che risale ad appena due anni fa), ma la mancanza di educazione e formazione che porta a far sì che ne sia venduto uno ogni due minuti.

«Ci sono due siti della Società italiana di ginecologia e ostetricia dedicati alla problematica della contraccezione - ricorda Scollo - e riceviamo circa 1000-1200 e-mail al mese in cui donne di tutte le età ci chiedono consigli. Questo riflette il nostro impegno sul fronte dell'educazione; noi ginecologi ci siamo dati questo ruolo importante, con la mia presidenza ci abbiamo lavorato tanto e con quella del professor Giovanni Scambia si sta continuando senza interruzioni, ma se le istituzioni non ci corroborano in questo percorso allora il fallimento è inevitabile, noi ginecologi da soli non ce la possiamo fare».

Scollo guarda con molto favore a un possibile accordo tra il ministero della Salute e Miur, perché «bisogna necessariamente andare nelle scuole, naturalmente noi ginecologi non ci vogliamo sostituire affatto agli insegnanti ma il nostro ruolo potrebbe essere quello di formarli, perché il semplice fatto di essere adulti, di essere padri o madri, non significa automaticamente saper educare le ragazze e i ragazzi a una procreazione responsabile». Inoltre Scollo teme che il massiccio ricorso ai contraccettivi di emergenza sia la conseguenza di quegli stessi comportamenti che portano all'aumento delle malattie sessualmente trasmesse, «come Sigo ne siamo molto preoccupati e dobbiamo tutti riflettere su questo». E poi conclude ribadendo: «Ognuno ha le proprie idee ma qui si impone una valutazione di tipo scientifico, non morale. E dal punto di vista scientifico vendere così tante di queste pillole è un fallimento».

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