Sanità

dic162011

Pillola, stupefacenti e antidepressivi non escono dalla farmacia

Sono circolate le prime indiscrezioni sui farmaci in procinto di cambiare la modalità di vendita: si va dai farmaci dermatologici per uso esterno, ad alcuni antinfiammatori, esclusi quelli con ricetta non ripetibile, fino agli antivirali per uso locale

No categorico alla vendita, fuori dal circuito delle farmacie, degli anticoncezionali, degli antidepressivi e dei farmaci stupefacenti, mentre potrebbero uscirne farmaci dermatologici per uso esterno o alcuni antinfiammatori. Potrebbe essere questo uno degli scenari plausibili in merito alla liberalizzazione della fascia C anche se, qualora l'emendamento votato in commissione Bilancio non sarà modificato o ritirato, spetterebbe all'Agenzia Italia del farmaco individuare, entro 120 giorni, una lista apposita di medicinali che potranno essere venduti in esercizi come le farmacie o i corner della grande distribuzione. Ma, per quanto sia prematuro ipotizzare una lista, sono circolate circolavano le prime indiscrezioni sulle tipologie di farmaci in procinto di cambiare la modalità di vendita. Si va dai farmaci dermatologici per uso esterno, ad alcuni antinfiammatori, esclusi quelli con ricetta non ripetibile, fino agli antivirali per uso locale. La norma, se resta invariata, potrebbe rappresentare anche lo spunto per avviare un cambiamento che avvicinerebbe l'Italia agli altri Paesi europei, dove, per quanto i farmaci con ricetta medica vengano venduti esclusivamente all'interno delle farmacie, la quota di farmaci cosiddetti di automedicazione è sicuramente maggiore che nel nostro Paese. «La totale liberalizzazione per noi avrebbe significato la desertificazione e sarebbe stata devastante, considerato che spesso rappresentiamo bacini di utenza di poco più di 600 persone» spiega Luigi Sauro, titolare di una farmacia in provincia di Campobasso, sottolineando però che il futuro delle farmacie rurali resta «incerto» anche nelle versione di liberalizzazioni più leggere. «Al momento sembra scongiurata la chiusura di gran parte delle farmacie rurali così come si era profilata nei giorni scorsi», aggiunge Alfredo Orlandi, presidente del Sunifar e titolare di una farmacia rurale in provincia dell'Aquila, secondo il quale con la nuova versione della Manovra «avremo sicuramente un po' più di tranquillità e soprattutto l'avallo dell'Aifa e del ministero della Salute a garanzia della salute del cittadino».


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