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Politica e Sanità

02 Luglio 2019

Generici, Nomisma: ricavi non compensano costi produzione, crolla partecipazione a gare


Farmaci generici, dal rapporto Nomisma, commissionato da Assogenerici, il quadro economico generale delle industrie del settore

Le aziende del farmaco generico, per lo più giovani e di medie dimensioni, non riescono più a coprire i costi di produzione, aumentati del 69% negli ultimi dieci anni; e se l'incidenza in volume sulla farmaceutica ospedaliera è cresciuta di 4 punti percentuali fra 2016 e 2018, decisamente inferiore l'aumento della quota in valore (0,3%). Al contempo, cresce la percentuale di lotti non aggiudicati in un contesto dove aumenta il numero di gare bandite ma non la media dei lotti in gara.
Questi alcuni dei dati provenienti dall'Osservatorio sul Sistema dei farmaci generici in Italia realizzato dalla Società di studi economici Nomisma su commissione di Assogenerici, che ne diffonde i risultati tramite comunicato. Oggetto dell'analisi i dati delle 49 imprese associate e quelli provenienti dalle banche dati (Istat, Aida, Osmed, Ice, Ihs, Iqvia, Bureau-Van Dijk e Nomisma).
«Una ristrutturazione epocale» starebbe investendo il settore della farmaceutica, sostiene Lucio Poma responsabile scientifico Area Industria e Innovazione di Nomisma. Necessarie, in un settore frammentato come quello dei generici, «una presa di coscienza collettiva da parte delle imprese; la disponibilità delle stesse a mettersi in gioco, colmando un evidente gap culturale e informativo esistente; la capacità - anche da parte dell'Associazione - di creare network e favorire l'allargamento della filiera».
Emerge un quadro di imprese relativamente giovani (quasi la metà è nata nel ventennio '80-'99), di medie dimensioni 8il 46% conta da 50 a 249 addetti) ma più strutturate rispetto al totale delle imprese farma (il 41% sono Spa). Circa 8 miliardi di euro l'impatto generato dalle aziende di generici sul mercato 2,8 miliardi di effetto diretto della produzione, 2,7 miliardi di effetto indiretto, legato alla acquisizione di beni e servizi e 2,6 miliardi di effetto indotto tra redditi e consumi delle famiglie). Oltre 8mila i dipendenti diretti, con un impatto totale su 33mila occupati.
Il rovescio della medaglia si presenterebbe nell'analisi di ricavi e costi: cresciuti i primi del 67% (contro i 25,7% delle imprese totali nel settore farma), non riescono a compensare i secondi, che tra 2010 e 2016 sono saliti del 69% 8contro i 25,7% delle imprese totali del comparto farma). La discrepanza di due punti percentuali sarebbe da imputarsi a una maggiore diffusione dell'equivalente, che comporterebbe l'aumento dei ricavi, e all'aumento nel costo delle materie prime, pari al 4,2% tra 2015 e 1026. Da non trascurare anche la crescita nei costi del personale, "in relazione alla crescente qualità delle risorse umane impiegate, in particolare il personale dedicato alla verifica di qualità", come si legge nel comunicato Assogenerici. La diversità di andamento fra imprese genericiste e totale imprese farma è riassunto dall'andamento dell'Ebitda: dal 2010 al 2016 nelle imprese dei generici cala del 45%, con una flessione di ben 25 punti soltanto nell'ultimo anno; nel totale delle imprese farma cresce del 6%, a partire dal 2014.
«Dal 2010, la continua pressione verso il basso dei prezzi dei farmaci generici ha costantemente eroso la marginalità lorda delle imprese del comparto», spiega Enrique Häusermann, presidente Assogenerici -. Il pericolo è che si sia toccato un "livello critico" dei prezzi, al di sotto del quale la sostenibilità economica di molte imprese potrebbe risultare a rischio».

Un rischio aggravato dall'attuale condizione dei meccanismi di gara che presiedono le forniture di farmaceutiche ospedaliere. Segni di "sofferenza" emergerebbero dal raffronto fra volumi e valori: cresciuti del 4% i primi fra 2016 e 2018 (da 23,4% a 27,3%), solo dello 0,3% i secondi. Simile l'andamento del branded off-patent, cresciuti di tre punti in volumi (dal 36,4% al 39,2%) e diminuiti di quattro punti in valori (dall'8,8% al 4,9%).
"Precipita" anche il tasso di partecipazione alle gare: il rapporto fra numero di offerte complessive e numero di lotti banditi scende dal 3,2 del 2011 all'1,25 del 2018. Flessione nella concorrenza che si evince anche dal rapporto fra numero medio di offerte per lotto aggiudicato e data di scadenza brevettuale dei medicinali in gara: a dieci anni dalla scadenza del brevetto il tasso di partecipazione risulterebbe quasi azzerato.

L'ultima sezione dell'Osservatorio si occupa di sondare la tendenza al cambiamento e all'innovazione nelle imprese associate ad Assogenerici, tramite la survey a tema "Industria 4.0". I dati mostrerebbero il profilo di un comparto "'prioritariamente orientato verso la riduzione dei costi di produzione' per far fronte alla dinamica competitiva dei prezzi, con una produzione tendenzialmente omogenea, mirata alla ricerca di economie di scala e di specializzazione produttiva, con uno scarso livello di flessibilità e pochi impianti modulari". Tale profilo sarebbe accompagnato da una scarsa adesione al concetto di "Smart Factory", tendenza testimoniata dalla percentuale di imprese che consideri l'Industria 4.0 un fattore di competitività, solo il 4%. Nessuna delle imprese avrebbe inoltre utilizzato una delle 11 principali azioni di intervento previste dal piano nazionale impresa 4.0. Misura maggiormente utilizzata quella relativa a iper e super ammortamenti, seguita dal ricorso a Nuova Sabatini e Credito d'imposta per R&S e Patent Box.
Maggiore interesse verso le tecnologie abilitanti individuate dal ministero dello Sviluppo, sebbene il 30% delle imprese ritiene che saranno significative nei prossimi 5 anni.

L'Osservatorio si chiude con alcuni suggerimenti: utilizzare o migliorare gli strumenti di policy, (Patent Box, credito d'imposta R&s e leva fiscale), accrescere il livello di digitalizzazione della P.A. e sfruttare le potenzialità della deroga al Supplementary Protection Certificates. «Le tecnologie abilitanti - conclude infatti lo studio Nomisma - possono offrire margini di miglioramento, in termini di efficienza, velocità, qualità e differenziazione produttiva senza precedenti. Tuttavia, dal momento che costituisco un'innovazione dirompente, prima devono essere culturalmente assimilate dalle imprese e dalla filiera produttiva nel suo complesso».

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