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Politica e Sanità

09 Aprile 2015

Politerapia, studio italiano: linee guida inadeguate non valutano le interazioni


In Italia più di 1.300.000 individui (11,3%) ricevono la contemporanea prescrizione di 10 o più farmaci. È questo uno dei dati che emergono da una ricerca italiana sulla qualità della prescrizione che, per la prima volta, ha preso in considerazione la totalità della popolazione e tutti i farmaci soggetti a prescrizione e rimborsati dal Ssn. La ricerca, pubblicata sul British medical journal è stata curata da due ricercatori italiani, Alessandra Marengoni, ricercatrice del Dipartimento di Scienze cliniche e sperimentali dell'Università di Brescia e Graziano Onder, del Dipartimento di Geriatria dell'Università Cattolica del Sacro Cuore di Roma. Entrambi sono membri dello Steering group geriatrico dell'Aifa, che ha dedicato un importante studio allo sviluppo di indicatori dedicati a misurare la qualità delle prescrizioni nella popolazione anziana, misurando al contempo la prevalenza degli indicatori stessi sul totale della popolazione anziana del nostro Paese. Dall'indagine emerge l'ampia diffusione della politerapia nella popolazione geriatrica in Italia, ecco perché secondo i ricercatori è necessaria una valutazione multidimensionale di ciascun paziente, per sviluppare un percorso di cura personalizzato. In secondo luogo, i medici dovrebbero avere a disposizione i più aggiornati strumenti tecnologici (e in particolare informatici) per effettuare le diagnosi e le valutazioni cliniche. Una difficoltà per i clinici è l'inadeguatezza delle linee guida: «In generale sono poche quelle che considerano la possibilità che alcuni pazienti possano essere affetti da altre malattie concomitanti, trattate con farmaci ulteriori». I ricercatori indicano nei database adattativi elettronici, aggiornati in tempo reale, la direzione verso cui tendere, dal momento che consentono, ad esempio, la ricerca interattiva per specifiche condizioni.

Renato Torlaschi

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