mar162018
Preparazione farmaci oncologici, da Regioni nuove regole organizzative per le reti regionali
Un'unità operativa speciale in ogni farmacia ospedaliera, una cabina di comando a Roma, un team di sanitari dislocato tra ospedale e territorio pronto a raccogliersi intorno al paziente per evitare che il suo tumore si trasformi in killer: sono i cardini delle nuove linee guida organizzative per la rete oncologica all'approvazione della conferenza stato-regioni. Il documento si compone di una parte principale e una tecnico-integrativa. Le regioni intanto devono completare la messa in rete delle proprie équipe e dei dati legati all'oncologia. Intorno a ciascun percorso diagnostico terapeutico si evoca un core team di sanitari dedicati.
I core team - Vengono accennati 10 percorsi, per i tumori di mammella (28% delle neoplasie femminili), melanomi, polmone (15% di tutti i tumori negli uomini, dati 2017, e 8% nelle donne), sarcomi, prostata (18% di tutti i tumori maschili), colon retto (16% dei tumori nei maschi e 13% nelle femmine), ovaio, ginecologici vulva cervice ed endometrio (5% dei tumori femminili), e uno specifico team per le situazioni di fragilità. I componenti di ciascun team - oncologo, chirurgo, psicologo, radiologo e radiologo interventista, genetista ed altri, variabili secondo i casi- saranno affiancati da un infermiere/case manager che si occupa della presa in carico del paziente. Prevista anche la figura dell'infermiere di ricerca e dell'amministrativo per i controlli dei dati inseriti online. I team potranno anche essere "mobili", fare giorni alterni in vari ospedali.
Le reti - Tutti i core team dovranno fare rete tra loro, e le regioni dovranno averne il polso per individuare le loro reti oncologiche, e quindi le strutture in grado di fornire gli "specialisti" per affrontare la massima casistica possibile: il documento enumera modelli organizzativi, dal comprehensive cancer center dell'Irccs metropolitano al modello hub-spoke più adatto ai grandi ospedali alla comprehensive cancer care con Irccs e addentellati sul territorio (favorita per la più rapida risposta, minori attese, possibilità di formazione comune e omogeneizzazione più semplice dei percorsi di cura). La rete è un'istituzione di riferimento, avrà un responsabile clinico e uno organizzativo, potranno essere la stessa persona. Specie per i tumori rari, sono concepibili reti interaziendali e persino interregionali. Ogni rete avrà una carta dei servizi dove esplicita le modalità d'accesso a prima visita (e diagnostica) con tempi d'attesa relativi. Raccomandati anche sito web che dettagli al cittadino aspetti organizzativi e di governance della rete e numero verde.
I farmaci - L'accordo dettaglia poi i servizi per ogni percorso di cura: per la mammella ad esempio si citano Fkt, medicina nucleare, genetista, cure palliative, preservazione della fertilità e Ufa. Si tratta dell'Unità Farmaci antineoplastici che in ogni nodo di rete curerà processi standard di preparazione e con personale ad hoc assicurerà doppio controllo sul medicinale somministrato; i procedimenti saranno memorizzati con un applicativo dedicato. Si richiamano le reti anche a monitorare l'uso di farmaci off-label. Per supportare malato e caregiver va rafforzato il ruolo del volontariato prevedendo nella rete la partecipazione di rappresentanti anche a livelli direzionali.
Sul territorio - Il medico di famiglia deve avere un momento di informazione privilegiato al termine dell'iter diagnostico e a inizio terapia; ha un ruolo chiave nel garantire la continuità terapeutica, nei periodi a domicilio e di riabilitazione, nel follow-up, nel gestire le comorbilità, nel richiamo a corretti stili di vita. Essenziali pure le farmacie di comunità nel valutare efficacia e tossicità dei farmaci sul paziente nel territorio e monitorarne l'aderenza alle terapie. Infine, al Ministero della Salute, per assicurare l'omogeneità di funzionamento delle Reti oncologiche entro tre mesi dall'ok all'accordo (previsto a fine mese) nascono un Coordinamento Generale-CRO con 3 rappresentanti ministeriali, 3 di Agenas, 2 di Aifa, 2 dell'Istituto superiore di sanità e 9 delle regioni e un Osservatorio di monitoraggio e valutazione.
Mauro Miserendino