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Prescrizione antibiotici, pubblicati i consigli Acp e Cdc per le infezioni respiratorie
Analizzando diversi database, i ricercatori dell'American College of Physicians (Acp) e dei Centers for Disease Control and Prevention (Cdc) hanno raccolto le informazioni disponibili e le migliori evidenze scientifiche sulla corretta prescrizione di antibiotici nei pazienti adulti con infezioni acute del tratto respiratorio. Il risultato di questo lavoro di revisione è stato recentemente pubblicato su Annals of Internal Medicine in un articolo che include una serie di indicazioni su come gestire al meglio l'uso degli antibiotici nel contesto ambulatoriale. Come spiegano gli autori della ricerca, le infezioni acute del tratto respiratorio sono una delle cause più frequenti delle visite mediche ambulatoriali e includono diverse problematiche: raffreddore comune, bronchiti non complicate, mal di gola e infezione dei seni nasali.
«L'uso non appropriato di antibiotici per queste infezioni è un fattore che contribuisce in modo importante alla diffusione della resistenza agli antibiotici, un enorme problema di sanità pubblica» esordisce il presidente Acp
Wayne Riley che poi prosegue: «Ridurre questo uso inappropriato è fondamentale per migliorare le cure, ridurre i costi sanitari e rallentare e/o prevenire l'antibiotico-resistenza». Da non dimenticare inoltre il rischio di effetti collaterali legati all'uso di questa classe di farmaci che possono essere lievi come nausea o rash cutaneo, ma anche estremamente gravi come shock anafilattico. Sono quattro i consigli "high value" degli esperti statunitensi per cercare di migliorare l'appropriatezza prescrittiva degli antibiotici. Il primo riguarda la bronchite e spiega che i medici non dovrebbero effettuare test o iniziare una terapia antibiotica se non si sospetta una polmonite. La seconda indicazione riguarda invece la faringite: bisogna valutare con test colturali o test per l'identificazione antigenica rapida i pazienti che presentano segni suggestivi di una infezione da streptococco di gruppo A.
Solo se gli esami confermano l'infezione si può procedere con il trattamento antibiotico. La terza patologia chiamata in causa è la rinosinusite acuta per la quale, secondo gli esperti, serve l'antibiotico solo nei casi di sintomi persistenti da più di 10 giorni, insorgenza di sintomi gravi e in poche altre situazioni. «Infine non bisogna prescrivere antibiotici nel caso di un raffreddore comune» concludono gli esperti.
Ann Intern Med. 2016 Jan 19. doi: 10.7326/M15-1840http://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/26785402