Prestazioni di telemedicina, nessuna invasione di campo: normativa le prevede e c’è prescrizione da Mmg
I servizi di telemedicina sono disponibili in oltre 7.000 farmacie e sono risultato di un quadro normativo che è stato costruito dal 2009
I servizi di telemedicina sono disponibili in oltre 7.000 farmacie e spesso hanno consentito di salvare vite umane, anche nelle aree più interne del Paese, lontane dalle strutture sanitarie pubbliche. Questo è il risultato di un quadro normativo che è stato costruito dal 2009, senza che vi fosse alcuna trasformazione del farmacista in medico. Oggi, la sanità di prossimità non può più fare a meno dei farmacisti all'interno della rete dell'assistenza territoriale. A dirlo sono Marco Cossolo, presidente di Federfarma, e Andrea Mandelli, presidente Fofi, all'indomani delle dichiarazioni rilasciate dai coordinatori del Cimest, Coordinamento intersindacale di medicina specialistica ambulatoriale di territorio, Salvatore Gibiino e Salvatore Calvaruso, che si sono detti contrari alla possibilità dell'erogazione di prestazioni in convenzione in farmacia.
Diagnostica strumentale in farmacia: ecco perché non c'è invasione di campo
L'intervento del Cimest è successivo alle dichiarazioni del Sottosegretario alla Salute, Marcello Gemmato, che ha sottolineato quanto i servizi in farmacia, attraverso analisi di base in convenzione, possano contribuire anche a ridurre le liste d'attesa: "Una cosa è considerare le farmacie presidi sanitari" ha scritto il Cimest in una nota "come prevede la legge, altra cosa è fargli gestire la medicina specialistica in convenzione, trasformando le farmacie in strutture convenzionate. Se di paradossi dobbiamo parlare perché non autorizzare gli specialisti a consegnare i farmaci da loro stessi prescritti?".
«Non c'è nessuna trasformazione del farmacista in medico specialista, nessun mutamento nelle attribuzioni professionali né, tantomeno, alcuna forma di abuso di esercizio della professione» ha risposto Marco Cossolo. «La norma» che consente alla farmacia di erogare prestazioni, tra cui «Esecuzione di test diagnostici e vaccinazioni, Diagnostica strumentale - ECG, holter pressorio, holter cardiaco, spirometria, etc), esiste dal 2009». In ogni caso, «i servizi come ECG e holter sono refertati da specialisti» e da parte di Federfarma «non è mai stata chiesta alcuna forma di esclusiva, né è stato mai preteso che le farmacie individuassero i pazienti per i quali è necessario effettuare un ECG. Lo dimostra l'esempio della Regione Liguria - cui si riferisce il Sottosegretario Marcello Gemmato nell'intervista al Sole 24 Ore - dove è il medico a prescrivere l'esame che poi viene eseguito in farmacia. Ciò esclude ogni conflitto d'interesse». Per altro, «tali attività, insieme alla potenzialità delle farmacie in termini di strutture, dotazioni tecnologiche, livello di digitalizzazione ed effettuazione di nuovi servizi, portano ad eleggere la farmacia come uno dei pilastri della ristrutturazione dell'assistenza di prossimità orientata verso un nuovo modello di SSN, incentrato sul territorio e sulle reti di assistenza socio-sanitaria».
Linee di indirizzo sulla telemedicina riconoscono farmacia come player. Nodo è capillarità
Già durante la crisi pandemica, le farmacie «si sono distinte per aver contribuito al tracciamento dei contagi, erogando tra il 70 e l'80% di tamponi anti-Covid, per aver partecipato in maniera massiccia alla campagna vaccinale e stampato un numero rilevante di green pass». Oggi, «stiamo lavorando con orgoglio insieme a tutti i professionisti al rafforzamento della rete assistenziale territoriale, grazie all'interconnessione digitale, per la tutela della salute dei cittadini. Le Linee di indirizzo nazionali sulla telemedicina, pubblicate dal Ministero della Salute, richiamano la farmacia come possibile player proprio perché, per le caratteristiche già riconosciute dal Legislatore, è in grado di garantire l'equità di accesso all'assistenza sanitaria, agevolando le prestazioni sul territorio e nelle aree remote, evitando così i trasferimenti; la continuità delle cure, direttamente al domicilio del paziente; l'efficacia, l'efficienza, l'appropriatezza, permettendo lo scambio di informazioni tra professionisti e il monitoraggio delle terapie, nonché contribuendo a diminuire i tempi di attesa».
Rilancio sanità territoriale e DM77 puntano su modelli interprofessionali
«La sanità di prossimità non può fare a meno dei farmacisti all'interno della rete dell'assistenza territoriale» ha agginto Andrea Mandelli. «In una delle fasi più complesse della storia recente, quale è stata certamente la pandemia, i farmacisti di prossimità hanno dimostrato di poter contribuire in maniera significativa a semplificare l'accesso alle campagne di immunizzazione, alleggerendo, supportando e integrando il peso sugli altri presidi e professionisti sanitari deputati alla cura dei pazienti». Anche «con la dispensazione di migliaia di terapie antivirali, che senza il nostro impegno probabilmente non sarebbero mai arrivate nelle case dei pazienti, con l'adozione in tempi record della ricetta dematerializzata e l'erogazione di migliaia di prestazioni di telemedicina abbiamo sostenuto i bisogni di salute degli italiani e consentito al Paese di non fermarsi». Un contributo questo «che si estende all'attività di prevenzione e gestione delle cronicità - ambito nel quale riveste un ruolo fondamentale il monitoraggio dell'aderenza terapeutica -, che rappresenta un obiettivo di cruciale importanza per la tenuta del sistema». Oggi, «l'organizzazione di un efficiente sistema di cure territoriali rappresenta una strada obbligata per rispondere alla sfida della cronicità e garantire una maggiore equità di accesso alle cure. Un obiettivo da realizzare mettendo al centro il paziente, puntando sulla prossimità e su un modello di assistenza interprofessionale che, nel rispetto delle differenti competenze, deve valorizzare la sinergia tra farmacisti, medici di medicina generale, pediatri di libera scelta e infermieri come delineato dal DM 77, nonché sulla valorizzazione delle opportunità che derivano dall'implementazione della tecnologia applicata ai servizi e alle prestazioni sanitarie. I farmacisti sono stati e continueranno ad essere, all'interno della rete dell'assistenza territoriale, il motore di questo cambiamento».
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A cura di Redazione Farmacista33
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