lug72016
Prezzo farmaci oncologici, solo piccola quota di aumento è dovuta a benefici salute
Solo una piccola parte dell'aumento, talvolta enorme, del prezzo dei farmaci oncologici innovativi è legato all'effettivo miglioramento della salute. A spiegarlo è
Giuseppe Traversa, del Comitato scientifico dell'Istituto superiore di Sanità, intervistato da
Farmacista33 durante l'assemblea della Federazione italiana aziende sanitarie e ospedaliere (Fiaso).
«Mettendo infatti in correlazione il prezzo con il miglioramento dell'esito - spiega Traversa - si scopre che solo una minima porzione di questo, pari al 13-16% è giustificata dall'entità del miglioramento in termini di salute». Uno dei problemi dei farmaci è, dunque, per Traversa che non sempre sono realmente innovativi. «Vengono messi sul mercato a prezzi superiori di quelli già esistenti, anche quando non aggiungono nulla di nuovo. In questo senso sarebbe importante che ci fosse attenzione a definire che tipo di guadagno il farmaco porti, prima ancora di discutere di prezzi». Secondo Traversa il problema principale è che quando l'Ema approva un nuovo farmaco, dovrebbe anche definire se sia o no sovrapponibile nella categoria in cui si propone. E nel caso in cui sia superiore, definire di quanto lo sia rispetto agli altri.
«Se l'Ema facesse questo, sarebbe molto più facile per le autorità dei singoli Paesi contrattare i prezzi». E il problema è che «non si riescono a controllare neppure i prezzi dei medicinali a brevetto scaduto, che anzi in alcuni casi subiscono incrementi enormi». Le vie di uscita adottate da altri Paesi possono essere quella del prezzo per Qaly, acronimo che sta per "Quality adjusted life years", unità di misura degli incrementi di aspettativa di vita connessi agli interventi sanitari. Nel qual caso bisognerebbe valutare il vantaggio anche in termini di risparmio per altre voci di spesa assistenziali. «Questo presuppone voler adottare la politica del 'no, grazie' quando si deve pagare un prodotto nuovo ma sovrapponibile a uno già presente sul mercato ma meno costoso» afferma Traversa. «Occorre definire qual è il contribuito aggiuntivo che possa far accettare il maggior prezzo: ad esempio se per un antitumorale devono essere accettabili 3 o 6 mesi di sopravvivenza».
Rossella Gemma