nov252015
Probiotici, valido supporto per disturbi gastro-intestinali in chemioterapia
Solo il 24% dei pazienti colpiti da tumore chiede aiuto all'oncologo per alleviare gli effetti collaterali più frequenti provocati dalle cure come diarrea, nausea, vomito e perdita dell'appetito, che interessano il 96% dei pazienti. È questo uno dei risultati del sondaggio condotto su oltre 400 italiani colpiti da tumore e presentati al convegno "Qualità di vita del Paziente Oncologico: Alimentazione e Nuove Terapie", organizzato dalla Fondazione "Insieme contro il Cancro" presso l'Auditorium del Ministero della Salute a Roma. Il 43% degli interpellati, invece, non domanda consiglio a nessun specialista e uno su quattro, invece, preferisce rivolgersi a un conoscente o familiare. «Il numero degli italiani che vivono dopo una diagnosi di neoplasia aumenta del 3% ogni anno. Si tratta ormai di patologie non solo curabili ma in molti casi anche guaribili e quindi le esigenze dei malati sono radicalmente cambiate negli ultimi decenni» afferma
Francesco Cognetti, presidente di "Insieme contro il Cancro". «Dobbiamo riuscire a garantire una buona qualità di vita sia durante che dopo le terapie e limitare il più possibile gli effetti collaterali. Grazie alla ricerca sono emersi nuovi rimedi. I probiotici rappresentano un valido supporto perché possono ridurre la gravità e la frequenza dei disturbi all'apparato gastro-intestinale provocati da farmaci chemioterapici, trattamenti radiologici e terapie biologiche». Il livello di conoscenza e di utilizzo dei "batteri amici" in oncologia, però, è ancora scarso. «Sono consigliati, infatti, solo al 29% dei pazienti e il 70% di loro non sa che possono alleviare la diarrea o i disturbi intestinali. È necessario quindi aumentare il livello di informazione e consapevolezza sia dei pazienti che dei clinici sull'uso di questi prodotti» prosegue Cognetti. Dall'Istituto tumori Regina Elena di Roma è partito il primo studio clinico tutto italiano sulle nuove possibilità offerte dai probiotici per la gestione dei disturbi gastro-enterici indotti dalle cure anti-cancro.
Al convegno di Roma è stato presentato anche un sondaggio svolto su oltre 540 oncologi italiani, che evidenzia che per il 67% dei clinici i problemi gastro-intestinali influenzano negativamente l'adesione del malato ai trattamenti. «Migliorare la vita di un paziente significa favorire concretamente le possibilità di guarigione. Anche chi è sottoposto alle cure deve però fare la sua parte e quindi seguire una dieta equilibrata, bere almeno due litri di acqua al giorno, rinunciare ad alcol e fumo, effettuare controlli periodici» sottolinea
Giorgio Scagliotti, Direttore del Dipartimento di oncologia dell'Università di Torino.