mar302023
Produzione alimentare innovativa: tecniche di evoluzione assistita delle colture
Per garantire cibo sostenibile e per tutti le Tecniche di Evoluzione Assistita sono un’opportunità. Da non confondere con quelle che producono OGM
Quando si parla di sostenibilità della filiera alimentare ci si riferisce alla necessità di trasformare i sistemi di produzione in modo da diminuire sensibilmente il loro impatto ambientale in termini di consumo di risorse, di produzione di scorie, di costi economici e sociali. Per raggiungere questo obiettivo c'è un importante aspetto da considerare, che riguarda lo sviluppo tecnologico tanto nei processi di trasformazione delle materie prime quanto nella loro produzione in campo, perché la disponibilità e qualità del cibo siano garantite per tutti.
Alimenti da Tecniche di evoluzione assistita (TEA) non sono Ogm
"La nostra agricoltura - sostiene in un comunicato il Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura, deve oggi fronteggiare sfide epocali quali i cambiamenti climatici e la crescente siccità, nel quadro degli obiettivi del Green Deal europeo". Significa per esempio sviluppare la capacità di produrre riducendo l'uso di fitofarmaci e di fertilizzanti.
Per fare questo tuttavia sono necessarie, sostiene l'Ente, anche nuove varietà di colture che garantiscano la produttività elevata, la resistenza a nuove condizioni climatiche e agli agenti nocivi biotici ed abiotici, l'equilibrio nutrizionale e, ovviamente, la sostenibilità.
Oggi è possibile produrre materie prime vegetali con queste caratteristiche ricorrendo alle Tecniche di Evoluzione Assistita (TEA) cioè tecniche di biologia, sviluppate negli ultimi 10 anni, che consentono di correggere il DNA delle piante e quindi di selezionare caratteri specifici utili per l'agricoltura che difficilmente sarebbero ottenibili con altri metodi. In un position
paper pubblicato lo scorso 14 marzo Crea ne sottolinea l'importanza e chiede che da un punto di vista legislativo siano ben distinte da quelle che danno origine agli organismi geneticamente modificati.
Le Tea non sono paragonabili infatti alle tecniche transgeniche. Nelle piante ottenute con le TEA non c'è DNA di altri organismi: il patrimonio genetico utilizzato è invece solo quello delle piante stesse.
Le tecniche TEA più diffuse. Ecco come funzionano
Due sono le TEA più diffuse: genome editing e cisgenesi. Con il genome editing piccole mutazioni vengono inserite in modo mirato in specifici geni, capaci di modificare la funzione del gene stesso. Cisgenesi è invece il trasferimento di un gene integro tra due varietà della stessa specie o di specie sessualmente compatibili. Si riproduce in questo modo il trasferimento di un gene come avviene naturalmente con un incrocio, limitandosi al trasferimento del solo gene di interesse.
La buona notizia è che la ricerca sulle TEA in Italia è molto avanzata, soprattutto per le maggiori colture alla base della nostra alimentazione. Si parla di piante editate o cisgeniche capaci di accrescere la sostenibilità delle colture attraverso la riduzione dei trattamenti fitosanitari, come ad esempio piante di pomodoro resistenti alle piante parassite (ma anche allo stress salino e idrico), basilico resistente alla peronospora, frumento duro resistente all'oidio, viti resistenti a peronospora e oidio, nonché melo resistente alla ticchiolatura. Ma anche piante con migliorate caratteristiche produttive, qualitative o nutrizionali come orzo e frumento editati per aumentare la resa potenziale, agrumi arricchiti di composti antiossidanti e senza semi; melanzane e viti senza semi, pomodori a più alto valore nutrizionale.
Sperimentazione solo nei laboratori
Questo enorme lavoro di sperimentazione è ad oggi rimasto confinato nei laboratori, dice
Stefano Vaccari, Direttore Generale del CREA. Le piante già selezionate con le TEA e quelle che saranno selezionate nei prossimi anni sono una grande opportunità "purché però ci sia la possibilità di testarle in campo, una opzione al momento preclusa".
Mondo della ricerca e mondo della produzione alimentare italiani si trovano d'accordo nel chiedere che la sperimentazione si possa continuare e che per le TEA ci sia una legislazione di riferimento ad hoc, non accorpata a quella estremamente limitante degli OGM.
I maggiori progressi dell'agricoltura e quindi dell'uomo - dice Vaccari - sono sempre stati accompagnati dai progressi nella genetica. A giugno la Commissione dovrà presentare un progetto di normativa in relazione a queste tecniche. Crea chiede alle istituzioni europee una legislazione per le TEA che permetta di dare valore ad un miglioramento genetico in grado di adattare le piante alle nuove condizioni climatiche, alle esigenze della società e consentire così di produrre cibo di qualità e sostenibile per tutti.
Francesca De Vecchi
Tecnologa alimentare