set212012
Professioni sanitarie, appello per valorizzare le competenze
Valorizzare meglio le professioni sanitarie non mediche - di cui gli infermieri rappresentano la fetta più grande - con percorsi di formazione e master specialistici e ridisegnare un nuovo modello di organizzazione del lavoro.
Valorizzare meglio le professioni sanitarie non mediche - di cui gli infermieri rappresentano la fetta più grande - con percorsi di formazione e master specialistici e ridisegnare un nuovo modello di organizzazione del lavoro. È questo l’appello lanciato dagli spalti del convegno sulle «Professioni sanitarie del futuro» promosso dall’Università Luspio di Roma. In questa direzione è già stato avviato dal ministero della Salute un tavolo tecnico con le Regioni - allo scopo di delineare le nuove competenze di tutte le professioni sanitarie - che ha visto quella infermieristica al centro della prima discussione. Secondo Francesco Saverio Proia, dirigente della Direzione generale delle Professioni sanitarie del Ministero, «nel tavolo occorrerà ripensare al modello di riorganizzazione del lavoro, sollevando il medico da alcune funzioni (stando però attenti a non levargli le competenze) e implementando le competenze delle professioni sanitarie». E tra i contenuti emersi il fatto che gli infermieri, dai dati del 2008, sono 6,3 ogni 1.000 abitanti, un livello nettamente inferiore rispetto alla media di 9,0 nei paesi dell'Ocse.