feb32016
Professionisti sempre più precari, Mandelli: la strategia è mettere insieme domanda e offerta
Infermieri, farmacisti, fisioterapisti, agenti immobiliari e guide alpine: esercitare liberamente una di queste professioni in un altro paese dell'Ue è ormai più facile attraverso la Tessera professionale europea. A sperimentare il nuovo strumento, già nelle prime ore della giornata di lancio (18 gennaio), sono stati oltre 500 professionisti, tra cui molti italiani, che hanno utilizzato la piattaforma online su Your Europe sia per avere informazioni che per inoltrare le richieste di riconoscimento professionale. «La tessera professionale è un passaggio importante, in particolare per le professioni sanitarie che sono giustamente oggetto di una particolare attenzione, mirata alla tutela della salute dei cittadini» spiega
Andrea Mandelli presidente della Federazione degli Ordini dei Farmacisti e responsabile Forza Italia dei rapporti con le professioni. «Da tempo cerco di portare avanti un'interlocuzione sana col mondo delle professioni e quindi con chi ogni giorno con molti sacrifici manda avanti il Paese».
Ma se da una parte la Tessera professionale permetterà di trovare lavoro all'estero con procedure più snelle, dall'altra potrebbe anche andare a rimpinguare la sacca di professionisti che lasciano il nostro Paese a causa delle condizioni lavorative e contrattuali sempre molto instabili. Farmacisti, medici, ma anche altri professionisti, stretti tra la morsa del precariato con finte collaborazioni e false partite Iva. Una piaga che il Jobs act ha cercato di arginare, definendo maggiormente i paletti del lavoro subordinato e prevedendo una sanatoria per le imprese che mettano in regola i lavoratori, ma che è ancora lontana dal rimarginarsi. «Come Federazione degli Ordini dei Farmacisti - aggiunge Mandelli - stiamo affrontando il problema dell'occupazione i maniera molto seria e abbiamo aperto il portale "Farmalavoro", che sta già dando dei grandissimi risultati, proprio per cercare di mettere insieme la domanda con l'offerta. Il punto è che tra le professioni sanitarie monitorate dal ministero con un progetto europeo di controllo per il fabbisogno sanitario, ci sono anche i farmacisti che risultano essere purtroppo circa 4000 in più ogni anno, contro una capacità di assorbimento del sistema pari ad una cifra di 1500 circa. Ci troviamo quindi con un esubero di personale, anno dopo anno, molto importante». E per Mandelli, l'elemento che distingue la categoria dei farmacisti da quella dei medici è che l'età media dei primi è molto bassa rispetto ai secondi. «Tra i farmacisti non c'è un turn over in uscita e quindi ci ritroviamo a produrre più laureati in farmacia di quanto ce ne sia bisogno. Con la tessera professionale chi conosce le lingue potrà giocarsi una carta in più, ma non sarà certo questa la bacchetta magica per risolvere il problema dell'occupazione».
Rossella Gemma