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Protezione solari, linee guida aggiornate sull'uso delle creme

Protezione solari, linee guida aggiornate sull’uso delle creme

Tutte le persone di età superiore ai sei mesi dovrebbero utilizzare la protezione solari in formato crema, sconsigliati invece gli spray. La revisione delle linee guida sull'utilizzo

I dermatologi canadesi hanno pubblicato sul Canadian Medical Association Journal una revisione delle linee guida sull'uso della protezione solare, che spaziano dal descrivere la sicurezza e l'efficienza dei prodotti a suggerire chi dovrebbe usare la protezione solare e come applicarla. Il documento raccomanda a tutte le persone di età superiore ai sei mesi di utilizzare la protezione solare in crema o lozione per proteggersi dal cancro della pelle, sconsigliati invece gli spray.

La protezione solare efficace nel proteggere dal cancro della pelle

«Prove di alta qualità hanno dimostrato che la protezione solare riduce il rischio di sviluppare sia il melanoma che il cancro della pelle non melanoma» afferma Megan Sander, della University of Calgary, in Canada, che ha diretto il gruppo di lavoro. Per quanto riguarda la prevenzione, le prove di studi controllati randomizzati indicano che la protezione solare è efficace nel proteggere dal cancro della pelle e dall'invecchiamento precoce della pelle. Mancano tuttavia prove per l'efficacia di protezione solare nelle persone con la pelle più scura, dato che le prove attuali sono per lo più limitate ai bianchi, che hanno un più alto tasso di tumori della pelle. Per quanto riguarda i bambini molto piccoli, si raccomanda di evitare il sole e di far loro indossare indumenti protettivi, dato che la protezione solare non è raccomandata prima dei sei mesi di età a causa del rischio potenziale di assorbimento sistemico degli ingredienti di questi prodotti.

Gli spray solari non sono raccomandati

Per tutti, poi, si raccomanda che i filtri solari con un fattore di protezione di 30 o superiore siano in forma di crema o lozione. Gli spray solari, infatti, non sono raccomandati in quanto possono disperdersi nell'aria, sono infiammabili e i loro effetti in caso di inalazione sono sconosciuti. Gli autori sottolineano che alcune persone possono presentare reazioni cutanee come la dermatite da contatto, e che ci sono prove che i filtri solari possono essere assorbiti in maniera sistemica, sebbene l'importanza clinica dell'assorbimento non sia nota. Per quanto riguarda invece l'impatto ambientale, le prove indicano che i filtri solari chimici possono essere rilevati nell'acqua e possono contribuire allo sbiancamento delle barriere coralline. Gli esperti ricordano che la protezione solare è solo una parte di una strategia di fotoprotezione completa. È importante infatti consigliare ai pazienti una serie di comportamenti per evitare le radiazioni ultraviolette, tra cui l'uso di cappelli a tesa larga, la protezione degli occhi e la ricerca dell'ombra quando l'indice ultravioletto è superiore a tre.

Fonti

CMAJ 2020. Doi: 10.1503/cmaj.201085
http://doi.org/10.1503/cmaj.201085
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