nov202014
Psicofarmaci, donne più propense all'uso e all'abuso
Le donne ricorrono agli psicofarmaci più degli uomini e, in particolare, tra i minorenni sono le ragazze ad abusarne maggiormente facendone un uso diverso da quello prescritto dal medico. È questo il dato principale che emerge dalla ricerca "Dimensione di genere dell'uso non medico di farmaci da prescrizione in Europa e nel Mediterraneo" finanziata dal governo italiano e condotta dal Gruppo Pompidou, che ha raccolto informazioni in 17 paesi (Cipro, Repubblica Ceca, Egitto, Francia, Germania, Grecia, Irlanda, Israele, Italia, Libano, Lituania, Malta, Marocco, Serbia, Olanda, Tunisia e Galles). Per l'Italia i dati non sono aggiornati sulla popolazione generale, ma risalgono a un sondaggio condotto nel 2012 che si allinea ai dati internazionali: tra i 18 e i 64 anni il 24% delle donne e il 15% degli uomini hanno risposto di fare o di aver fatto uso di psicofarmaci, l'età media della prima assunzione è 30 anni, per entrambi i sessi. L'unico dato attuale reso disponibile per l'indagine internazionale, riguarda la fascia d'età tra i 15 e i 19 anni e tutto sembrerebbe dimostrare che sono le ragazze ad abusare di più degli psicofarmaci, cioè a farne un uso diverso da quello prescritto dal medico, l'età del primo abuso è 14 anni per le ragazze e 15 per i ragazzi, mentre l'assunzione di psicofarmaci assieme ad alcool è circa la stessa, anche se i ragazzi tendono a farlo un po' di più. Secondo Antonio Clavenna, farmacologo e ricercatore presso l'Istituto Mario Negri di Milano, va fatta una distinzione tra farmaci: «Dal punto di vista epidemiologico, la presenza di sintomi depressivi o ansiosi è maggiore tra le donne e questo si riflette in un maggior uso dei farmaci per combatterli, ma per altre classi avviene il contrario, come per esempio gli antipsicotici o gli stimolanti impiegati per il disturbo da deficit di attenzione e iperattività». Ma che cosa fare per contrastare gli abusi? Secondo Clavenna, «servono approcci differenziati a seconda del genere perché gli abusi sono diversi sia nelle sostanze assunte che nelle modalità». E chiarisce: «Per le ragazze va posta una grande attenzione alle fragilità e alle difficoltà di adattarsi ai cambiamenti che intervengono nell'età della crescita, invece per i ragazzi il rischio di abuso è spesso è dovuto alla ricerca di nuovi stimoli ed esperienze». Tuttavia, in entrambi i casi, c'è bisogno di educazione, in generale alla salute e in particolare a un corretto uso dei farmaci: «In Italia c'è un abuso di tutti i farmaci, prodotto di un atteggiamento culturale che li considera una panacea per tutti i mali. Bisognerebbe partire dalle scuole, anche perché gli adolescenti sono tra le categorie a maggior rischio, e tra loro sono diffuse abitudini pericolose come l'utilizzo di farmaci trovati in casa perché prescritti ai genitori oppure la condivisione di stimolanti tra compagni di scuola».
Renato Torlaschi