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Politica e Sanità

01 Dicembre 2015

Pubblicità dei farmaci ai consumatori: medici Usa raccomandano di vietarla


L'American Medical Association (Ama) raccomanda di vietare la pubblicità diretta dei farmaci ai consumatori per rallentare la continua crescita dei costi legati alle prescrizioni. L'Ama prevede anche di istituire una task force e promuovere campagne per una maggiore trasparenza dei prezzi e per farmaci a costi più accessibili. «Il voto di oggi riflette le preoccupazioni dei medici circa l'impatto negativo delle promozioni commerciali e del ruolo che i costi di commercializzazione svolgono nel continuo aumento dei prezzi dei farmaci» spiega Patrice Harris, membro del board Ama, sottolineando che la pubblicità diretta ai consumatori gonfia anche la domanda di farmaci nuovi e più costosi, richiesti dai pazienti ai loro medici anche quando potrebbero non essere appropriati. Gli Stati Uniti, assieme alla Nuova Zelanda, sono uno dei due paesi al mondo che consentono la pubblicità diretta dei farmaci prescrittivi, con una spesa nell'ultimo biennio aumentata del 30% fino a 4,5 miliardi di dollari. «I medici cercano di fornire la migliore assistenza possibile ai loro pazienti, ma l'incremento dei prezzi influenza negativamente gli sforzi per garantire le migliori terapie farmacologiche possibili, compromettendo seriamente le possibilità di cura» riprende l'esperta, ricordando che nel peggiore dei casi, quelli di pazienti con copertura assicurativa limitata o assente, gli ammalati rinunciano trattamenti necessari.

La politica dell'Ama prevede anche il monitoraggio delle acquisizioni e delle fusioni tra società farmaceutiche, e la stima del loro impatto sui prezzi dei farmaci. «Anche la riforma dei brevetti è un settore chiave per incoraggiare una maggiore concorrenza, e la nuova politica Ama sosterrà un equilibrio adeguato tra gli incentivi per l'innovazione e gli sforzi per ridurre gli ostacoli normativi alla concorrenza» aggiunge Harris. E conclude: «Se ci sarà una maggiore comprensione dei fattori che contribuiscono a determinare il prezzo di un farmaco, compresi i costi di ricerca, sviluppo, produzione, brevetto, marketing e pubblicità sostenuti dalle aziende farmaceutiche, allora anche il mercato reagirà in modo positivo».

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