Sanità

mag42021

Punti vaccinali: organizzazione spazi e gestione seduta. Ecco come si preparano le farmacie

Punti vaccinali: organizzazione spazi e gestione seduta. Ecco come si preparano le farmacie

Vaccinazione in farmacia da parte dei farmacisti, un punto sulle modalità operative, l'organizzazione degli spazi e la gestione delle sedute

Sono sempre di più le Regioni che stanno procedendo al recepimento dell'Accordo quadro nazionale sui vaccini anti-Covid in farmacia da parte dei farmacisti. Se la tempistica per l'operatività sembra variare in base ai passaggi regionali e alla conclusione dell'iter formativo e abilitante, da un punto di vista numerico, in aggiunta agli oltre 11mila presidi che hanno già dato la propria disponibilità, altri 500 hanno manifestato interesse ad aderire. Ma come si stanno preparando le farmacie? Quali sono le eventuali criticità segnalate e le soluzioni adottate?

Commissario: capillarità chiave nei prossimi giorni. Farmacia cruciale

A fronte di una necessità, ribadita da più parti, di accelerare la campagna vaccinale, la farmacia è sempre più indicata come uno degli snodi, soprattutto nelle vaccinazioni di massa: proprio ieri, come riferiscono le agenzie, sulla base di una intervista a Repubblica, il commissario all'emergenza Francesco Paolo Figliuolo, ha ridefinito le tappe per raggiungere l'obiettivo della copertura degli italiani a settembre. Non si tratta solo di mantenere il risultato raggiunto delle 500mila dosi in un giorno, ma di «salire» rispetto a questo target. Ma la parola chiave, ancora di più in vista dell'estate, è la «capillarità», un termine che implica il coinvolgimento di «medici di famiglia e farmacie».

In crescita le adesioni delle farmacie. Resta il nodo delle disomogeneità regionali

Al momento, per quanto riguarda i numeri, in un intervento di qualche giorno fa sull'House Organ di Federfarma, Filodiretto, Marco Cossolo, presidente dei titolari, ha spiegato che, «oltre alle circa 11mila farmacie, che hanno dato fin da subito la propria disponibilità a somministrare il vaccino anti-Covid, sono pervenute altre 500 richieste di adesione. Sono fiducioso che arriveremo a 12mila presidi». Sul fronte delle comunali, spiega a Farmacista33 Francesco Schito, segretario generale Assofarm, «sono 600 quelle che hanno dato la propria adesione, ma ci sono realtà particolarmente strutturate che stanno organizzando punti vaccinali - talvolta uno solo per rete di comunali, talvolta di più - con una elevata capacità, contando anche su una decina di farmacisti vaccinatori». In generale, tanti sono gli aspetti strutturali e logistici da preparare e un elemento di criticità «può essere rappresentato dal fatto che, almeno da quanto stiamo percependo ora, ci pare che ogni delibera regionale, pur recependo l'accordo quadro, introduca elementi di peculiarità e, per altro, con una certa disomogeneità sul fronte dei modelli remunerativi, che non sempre e non allo stesso modo riconoscono lo sforzo organizzativo delle farmacie».

L'organizzazione del punto vaccinale: le soluzioni

Per quanto riguarda poi l'organizzazione del punto vaccinale, «diverse sono le specifiche a cui prestare attenzione». Un nodo è rappresentato «per esempio dalle strutture esterne, quali gazebo: si tratta di un ambito su cui consigliamo cautela, in quanto occorre verificare se rispondono a tutti i requisiti. La gestione della vaccinazione, infatti, richiede una organizzazione degli spazi differente rispetto a quanto previsto per tamponi o test. Occorre, in particolare, predisporre un'area per l'accoglienza, per il triage, per l'osservazione di quindici minuti, oltre che per la somministrazione vera e propria. Una volta organizzato il tutto, saranno le istituzioni locali a fare il sopralluogo e a stabilire se la struttura risponde alle specifiche». Restano, poi, in ogni caso «alcuni nodi interpretativi da sciogliere, per esempio su cosa significhi aree esterne di pertinenza della farmacia. Una terminologia di per sé non chiara e l'orientamento che sta emergendo, almeno da una prima lettura degli accordi regionali, è che la farmacia possa aprire punti vaccinali in locali esterni, ma in una area che coincida con la sede farmaceutica e purché a meno di 200 metri dalla soglia di un'altra farmacia». Da Federfarma, di recente, è stato ricordato che "l'utilizzo di strutture esterne deve essere comunicato all'amministrazione territoriale per il rilascio del permesso di occupazione di suolo pubblico" e per quanto riguarda l'uso di altri locali questi non devono essere "autonomi", ma riconducibili alla farmacia.

Prende piede il modello con la supervisione del medico

Un'altra riflessione riguarda il medico, necessario per l'abilitazione del farmacista - le figure previste per il rilascio dell'attestato sono, infatti, medici o infermieri. Da parte di Federfarma era stata data notizia dell'accordo con l'Agenzia delle Dogane e dei Monopoli nel quale era emersa la possibilità di valutare di appoggiarsi, attraverso intese specifiche, al personale della loro Task Force Medica. «Le nostre farmacie» spiega ancora Schito «si stanno attrezzando anche su questo aspetto e sono molte quelle che stanno coinvolgendo i medici non solo per la fase di tutoraggio, ma per la gestione e la responsabilità della seduta vaccinale. Una soluzione che mette in maggiore sicurezza il farmacista vaccinatore. Il percorso, a ogni modo, è nuovo e tutto da costruire. Quella che ci troviamo di fronte è una svolta per la farmacia e una occasione che non si può perdere. È importante che le farmacie siano state coinvolte in una campagna nazionale così fondamentale e credo che l'apporto che verrà dal nostro canale sarà notevole. Il clima verso la farmacia da parte delle Istituzioni sta cambiando e mi auguro che lo sforzo e l'impegno che le farmacie stanno dando troverà anche in futuro un giusto riconoscimento».

Francesca Giani
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