gen152015
Qualità dell'assistenza sanitaria: l'Ocse promuove l'Italia
L'Italia ha migliorato incredibilmente la qualità dell'assistenza sanitaria negli ultimi decenni, ma deve affrontare le forti disparità che permangono tra le regioni. Gli indicatori di salute della popolazione sono tra i migliori nell'area Ocse, tanto da farci posizionare al quinto posto. Ottima l'aspettativa di vita alla nascita, che si attesta agli 82.3 anni. I tassi di ricovero ospedaliero per asma, malattie polmonari croniche (bronco pneumopatia cronica ostruttiva - Bpco) sono tra i più bassi dell'area Ocse e quelli di mortalità, a seguito di ictus o infarto, sono ben al di sotto della media. Una fotografia, tutto sommato, rassicurante scattata dal nuovo rapporto Ocse "Revisione sulla qualità dell'assistenza sanitaria in Italia" e presentato a Roma presso l'Auditorium del ministero della Salute. Elaborato in collaborazione con l'Agenas, Agenzia nazionale per i servizi sanitari regionali, e la Dg della Programmazione sanitaria del ministero, il rapporto ha evidenziato luci e, qualche ombra, del nostro sistema sanitario nazionale. A presentare i dati c'erano i ricercatori Ocse,
Stefano Scarpetta, direttore del Directorate of employment, labour and social affairs (Delsa), che ha anche illustrato le iniziative Ocse a supporto dello sviluppo e dell'ottimizzazione delle risorse e
Francesca Colombo, responsabile della Health division del Delsa. «La monografia in 4 capitoli - ha spiegato Colombo - esamina la qualità dell'assistenza sanitaria in Italia a partire da una panoramica delle politiche e delle pratiche per il livello delle cure, per poi concentrarsi, nei capitoli successivi, su tre aree particolarmente rilevanti per il sistema sanitario italiano: il ruolo delle cure primarie, il miglioramento della formazione del personale sanitario, il miglioramento dei sistemi di monitoraggio e della qualità dell'assistenza in un sistema regionalizzato». A fare da padrona di casa ai lavori della conferenza, è stato il ministro della Salute,
Beatrice Lorenzin, che ha evidenziato come i risultati raggiunti dall'Italia negli ultimi anni sono il risultato di estremi sacrifici. Il ministro a poi rimarcato tutti gli sforzi del suo dicastero nell'implementare criteri e procedure più oggettivi. «Ho presentato nel dl Madia una norma che prevede la riorganizzazione della scelta dei direttori sanitari, direttori generali e primari, su base meritocratica, basata anche sulla remunerazione. Ora vedremo se riusciremo a trovare un veicolo più veloce, ma per farlo ci vuole ovviamente il consenso del Parlamento».
Rossella Gemma