Sanità

mag52023

Radioligandi e radiofarmacia, le nuove frontiere dell'oncologia

Radioligandi e radiofarmacia, le nuove frontiere dell’oncologia

Le terapie con radioligandi (Rlt) in oncologia sono innovative ma richiedono multidisciplinarietà, formazione e strutture adeguate. Le esperienze di Sifo e Aimn raccontate in un workshop a Bruxelles

Il presidente della Società italiana di farmacia ospedaliera, Arturo Cavaliere, e la presidente dell'Associazione italiana medicina nucleare, Maria Luisa De Rimini, sono intervenuti sul tema delle terapie con radioligandi (Rlt) a Bruxelles di fronte a esperti e rappresentanti istituzionali di tutta Europa. Per applicare adeguatamente le Rlt sono necessarie alta formazione, multidisciplinarietà, strutture adatte e adeguamento tecnologico.


Radioligandi, terapia innovativa contro i tumori

L'evento a cui hanno partecipato Cavaliere e De Rimini - "Harnessing the Opportunities of Radioligand Therapies: Infrastructure and Education" (Sfruttare le opportunità delle terapie con radioligandi: infrastrutture e istruzione) - era inserito nel programma complessivo del progetto Sparc Europe e dell'iniziativa Revolution: Innovation in Cancer care. Durante il workshop hanno parlato dell'esperienza italiana. Le Rlt, recita una nota ufficiale Sifo, «sono una delle frontiere più avanzate delle cure oncologiche di alcuni tumori: sfruttando radiofarmaci selettivi che veicolano radiazioni direttamente sulle cellule tumorali, senza danneggiare quelle sane, rappresenta una delle maggiori innovazioni nell'ambito della medicina di precisione che coinvolge medici nucleari, clinici e professionisti di varie estrazioni, tra cui i farmacisti ospedalieri».

De Rimini ha sottolineato il ruolo unico e specifico del medico nucleare e l'utilità del lavoro multidiscipllinare. Grazie a tecniche di imaging di medicina nucleare, infatti, è possibile selezionare in modo mirato i pazienti che possono beneficiare di questo tipo di terapia, realizzando il modello piùÌ innovativo e promettente del concetto di teragnostica, cioè quell'evoluzione della medicina nucleare grazie alla quale il momento della diagnosi e quello della terapia si integrano sequenzialmente, in maniera tale da farci «vedere quello che possiamo trattare».


Fondamentale la formazione specifica per i sanitari coinvolti

Cavaliere, da parte sua, ha sottolineato, che «la peculiarità dei radiofarmaci è tale da richiedere una professionalità con competenze specifiche aggiuntive, dove si unisce a tutto il sapere nel campo del farmaco, bagaglio del farmacista, la conoscenza dei tecnicismi propri dei composti radioattivi, inclusa la parte che ricade nelle norme di radio-protezione. Sifo ha riconosciuto già da diversi anni le specificità e l'importanza della radiofarmacia. L'innovazione della Rlt ha confermato e accelerato questa attenzione che Sifo ha avviato da tempo: proprio l'estrema specializzazione e complessità di queste nuove opzioni terapeutiche trova nel radiofarmacista la figura professionale che affianca nelle scelte tecnico-scientifiche e cliniche il medico nucleare, che rimane la punta di diamante del processo». «Occorre arrivare», ha concluso Cavaliere, «alla selezione delle professionalità ed al dovuto riconoscimento delle competenze acquisite in appositi percorsi formativi "istituzionalizzati". Il nostro impegno in questo senso è in linea con quanto previsto anche a livello europeo: nel contesto del nuovo Piano Europeo contro il Cancro è infatti previsto il piano d'azione Samira (Strategic agenda for medical ionising radiation applications), che sottolinea la necessità di aumentare la formazione dei professionisti in medicina nucleare e fisica medica, radioterapia e radiofarmacisti, riconoscendo la centralità di queste tecnologie nella lotta alle neoplasie».
Sifo ha attivato un Corso di Alta Formazione in Radiofarmacia presso l'Università di Padova, il primo che vede unite le facoltà di Farmacia e di Medicina, riconoscendo proprio l'approccio multidisciplinare e la collaborazione che si deve instaurare tra radiofarmacista e clinico.


La proposta di Aimn per ampliare la possibilità di cura

La nota Sifo ribadisce che la Rlt «deve essere gestita e affrontata con competenza, facendo particolare attenzione anche ad alcune criticità da affrontare soprattutto in termini di adeguamento tecnologico, strutturale e di personale». Dalla survey effettuata da Aimn nelle Unità di Medicina Nucleare del territorio nazionale, su iniziativa della stessa presidente, risulta fondamentale non solo programmare la formazione del personale, ma anche adeguare i posti letto e le infrastrutture con riassetto di spazi e percorsi. Aimn ha ipotizzato quindi di ampliare il raggio di disponibilità delle Strutture di Medicina Nucleare, unendo in rete in un modello di sistema "hub and spoke" la possibilità di accessi in regime di ricovero, day hospital e ambulatoriale, selezionati in base alle criticità dei singoli pazienti.
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