Recovery plan, avviato iter europeo. Farmacie rurali, Case della comunità e sanità di prossimità. Ecco cosa cambia
La Commissione europea ha due mesi per analizzare i dettagli su costi, tempi e compatibilità degli investimenti del Recovery Plan, mentre l'ok definitivo arriverà dal Consiglio Ue
La posta in gioco relativa al Recovery Plan è alta perché riforme e investimenti vanno portati a termine. Dopo la consegna a Bruxelles, entro la scadenza, ora la Commissione ha circa due mesi per analizzare i dettagli su costi, tempi, verificare la compatibilità degli investimenti con le regole degli aiuti, mentre l'ok definitivo arriverà dal Consiglio Ue. Un capitolo importante del documento italiano, anche alla luce dell'emergenza sanitaria, è quello della salute, dove grande attenzione è data alle reti di prossimità e alla sanità territoriale. Ma da più parti, viene sottolineato come proprio uno dei punti del Piano - le Case della comunità - rischino un effetto contrario e siano poco realizzabili.
Telemedicina, cure a domicilio e piccole farmacie centrali
Gli interventi e investimenti per la sanità sono dettagliati all'interno della missione 6 e complessivamente le risorse stanziate sono in tutto 20,23 miliardi, di cui 9 per la Componente 1 dedicata alle Reti di prossimità, strutture e telemedicina per l'assistenza sanitaria territoriale e 11,22 per la Componente 2 dedicata a innovazione, ricerca e digitalizzazione del Servizio sanitario nazionale. Le farmacie, lo ricordiamo, sono richiamate all'interno della Missione relativa agli Interventi speciali per la coesione territoriale (M5C3), nella linea di investimento relativa alla Strategia nazionale per le aree interne, in riferimento ai Servizi sanitari di prossimità. Nel testo inviato che è stato inviato a Bruxelles "il consolidamento delle farmacie rurali convenzionate dei centri con meno di 3.000 abitanti mira a renderle strutture in grado di erogare servizi sanitari territoriali. Le farmacie, quindi, potranno rafforzare ruolo e funzione. L'attuazione consiste nell'assegnazione di risorse finanziarie pubbliche per incentivare i privati a investire nell'adeguamento delle farmacie al fine di rafforzarne il ruolo di erogatori di servizi sanitari, (i) partecipando al servizio integrato di assistenza domiciliare; (ii) fornendo prestazioni di secondo livello, attraverso percorsi diagnostico-terapeutici previsti per patologie specifiche; (iii) erogando farmaci che il paziente eÌ ora costretto a ritirare in ospedale; (iv) monitorando pazienti con la cartella clinica elettronica e il fascicolo farmaceutico. La misura prevede di favorire il co-investimento privato pari a circa il 50 per cento dell'intervento pubblico stanziato con un accordo tra Act, Ministero della Salute ed Enti locali".
Preoccupano le Case della Comunità: sanità di prossimità a rischio ridimensionamento
All'interno della Missione Salute, un ambito di sviluppo importante è quello relativo alle Case della comunità, che stanno sollevando preoccupazioni da più parti (Investimento 1.1: Case della Comunità e presa in carico della persona). "L'emergenza pandemica ha evidenziato con chiarezza la necessitaÌ di rafforzare la capacitaÌ del Ssn di fornire servizi adeguati sul territorio" si legge nel documento inviato all'Europa. "Non solo il processo di invecchiamento della popolazione italiana prosegue, ma una quota significativa e crescente della stessa, pari circa al 40%, eÌ afflitta da malattie croniche. Il progetto di realizzare la Casa della Comunità consente di potenziare e riorganizzare i servizi offerti sul territorio migliorandone la qualità. La Casa della Comunità diventerà lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti, in particolare ai malati cronici. Nella Casa della Comunità sarà presente il punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie. La Casa della Comunità sarà una struttura fisica in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e potrà ospitare anche assistenti sociali. La Casa della Comunità eÌ finalizzata a costituire il punto di riferimento continuativo per la popolazione, anche attraverso un'infrastruttura informatica, un punto prelievi, la strumentazione polispecialistica, e ha il fine di garantire la promozione, la prevenzione della salute e la presa in carico della comunità di riferimento. Tra i servizi inclusi eÌ previsto, in particolare, il punto unico di accesso (Pua) per le valutazioni multidimensionali (servizi socio-sanitari) e i servizi che, secondo un approccio di medicina di genere, sono dedicati alla tutela della donna, del bambino e dei nuclei familiari secondo un approccio di medicina di genere. Potranno inoltre essere ospitati servizi sociali e assistenziali rivolti prioritariamente alle persone anziani e fragili, variamente organizzati a seconda delle caratteristiche della comunità specifica. L'investimento prevede l'attivazione di 1.288 Case della Comunità entro la metàÌ del 2026, che potranno utilizzare sia strutture già esistenti sia nuove. Il costo complessivo dell'investimento eÌ stimato in 2,00 miliardi di euro. Entro il primo trimestre del 2022 eÌ prevista la definizione di uno strumento di programmazione negoziata che vedrà il Ministero della Salute, anche attraverso i suoi Enti vigilati come autorità responsabile per l'implementazione e il coinvolgimento delle amministrazioni regionali e di tutti gli altri enti interessati". Secondo quanto è stato evidenziato, dovrebbero esserci 10 medici di medicina generale e 8 infermieri. Buona parte delle coperture deriveranno dal Fsn, ma per i principali sindacati della medicina generale, si tratta di una replica del modello delle case della salute, che già «hanno dimostrato il proprio fallimento» aveva detto la Fimmg in occasione delle audizioni. Finanziare strutture piuttosto che i microteam può sguarnire il territorio, acuendo le preoccupazioni per le aree disagiate e i piccoli paesi. E, anzi, il modello, ha rimarcato di recente lo Snami in un comunicato, rischia di minare proprio quella sanità di prossimità che è tra gli obiettivi del Pnrr. Nelle schede operative allegate, per altro, ha messo in luce Pina Onotri, segretaria generale Smi, in una nota pubblicata sul sito, è previsto un ridimensionamento della medicina generale, con la previsione di almeno il 16% di Mmg in meno e un corrispondente aumento di competenze e responsabilità per gli infermieri. Un modello che, per di più, come dimostrano esperienze europee, rischia di far lievitare i costi relativi alle visite specialistiche, facendo venire meno per la popolazione un prezioso supporto e mettendo anche a rischio la capillarità.
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A cura di Francesca Giani
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