Sanità

feb42021

Recovery plan. Crisi farmacie, Diretta e Farmacia servizi nelle proposte in esame

Recovery plan. Crisi farmacie, Diretta e Farmacia servizi nelle proposte in esame

Le proposte della Fofi al Piano nazionale di ripresa e resilienza: ripensamento della distribuzione diretta, aumento di risorse per la spesa farmaceutica, potenziamento della Farmacia dei servizi

Ripensamento della distribuzione diretta con un ritorno alla centralità della dispensazione dei medicinali attraverso le farmacie aperte al pubblico, eventualmente anche potenziando la distribuzione per conto, aumento delle risorse da destinare alla spesa farmaceutica territoriale, piena attuazione e potenziamento della farmacia dei servizi, finanziandone il rafforzamento e la messa a sistema, implementazione del Dossier farmaceutico. Sono solo alcune delle proposte della Fofi in merito al Piano nazionale di ripresa e resilienza illustrate oggi in Commissione Affari sociali della Camera dal vicepresidente Luigi d'Ambrosio Lettieri nel corso delle audizioni sul Recovery Plan.

Tre milioni di persone ogni giorno in farmacia. Farmacista chiave in prevenzione e pre diagnosi

«Nelle farmacie italiane» sono le parole di Lettieri contenute nel documento della Fofi, «varcano la soglia in media circa tre milioni di persone ogni giorno: alcuni sono affetti da patologia, altri sono soggetti sani potenzialmente a rischio che, proprio grazie a un rapporto fiduciario, il farmacista può intercettare, orientandoli a una diagnosi precoce». Con riferimento proprio «all'evoluzione della malattia cronica, i punti di maggiore incidenza nei quali l'azione professionale del farmacista diventa efficace sono la fase di prevenzione e la fase di pre-diagnosi, perché il farmacista può orientare il soggetto ad una diagnosi precoce, oppure al ravvedimento per quanto riguarda gli stili di vita, con un riallineamento a condizioni di normalità». Inoltre, «in un quadro di scarsa aderenza alle terapie risulta indispensabile intraprendere azioni e, a tal fine, risulta efficace l'azione professionale del farmacista». Per tali ragioni, «si ritiene che un intervento a sostegno del sistema sanitario non possa prescindere dal consolidamento del modello della farmacia dei servizi e dalla valorizzazione del ruolo di primo piano del farmacista di comunità nell'assistenza territoriale, ruolo peraltro messo in luce una volta di più dall'esperienza del lockdown» e della pandemia.

Recovery plan, nelle proposte Fofi focus su sostenibilità farmacia e spesa territoriale

Da qui le proposte formulate che prevedono uno sviluppo della figura del farmacista a tutti i livelli. Ma una preoccupazione va anche alla sostenibilità della farmacia, con riferimento in particolare ai tetti di spesa farmaceutica e alla dispensazione dei medicinali: «Per salvaguardare il ruolo di presidio sanitario di prossimità delle farmacie eÌ necessario porre rimedio all'abbassamento del tetto della spesa farmaceutica territoriale, previsto dalla Legge di Bilancio 2021. In particolare, fermo restando il valore complessivo del 14,85%, a fronte di un significativo aumento dei tetti della spesa farmaceutica per acquisti diretti, che passa da 6,89% a 7,85%, appare inaccettabile e inadeguata la riduzione della spesa farmaceutica convenzionata dal 7, 96% al 7%, soprattutto nell'ottica del necessario ritorno a una centralità della dispensazione sul territorio dei medicinali». Peraltro, a oggi, «specialmente in alcune realtà locali, la distribuzione diretta si eÌ estesa anche a farmaci di uso comune per patologie di ampia diffusione. I cittadini sono costretti, dunque, a recarsi presso il presidio pubblico per avere i medicinali di cui hanno bisogno, con disagi e costi sociali dovuti a gravosi spostamenti. In proposito, la Fofi chiede di superare tali criticità, ricorrendo alle farmacie di comunità, eventualmente anche attraverso lo strumento della "distribuzione per conto"».

Farmacia dei servizi, dossier farmaceutico, integrazione professionale vanno finanziate di più

Per il resto, nel rilancio dell'assistenza sanitaria fondamentale è la «piena attuazione e il potenziamento della Farmacia dei Servizi», in particolare «attraverso il reperimento di nuove specifiche risorse che possano consentire la sua concreta attuazione e definitiva acquisizione nel sistema di erogazione dell'assistenza territoriale». Così come centrale è pure il fascicolo sanitario elettronico (Fse) e il dossier farmaceutico: «Nell'ambito della digitalizzazione dei servizi sanitari e allo scopo di favorire il processo di integrazione e lo scambio di informazioni tra i professionisti della salute eÌ necessario implementare tale importante strumento operativo, con la possibilità anche per il farmacista, già abilitato alla consultazione e alimentazione del Fse, di accedere ai dati prescrittivi e clinici del paziente ai fini dell'aderenza alla terapie. Le farmacie di comunità sono strutture già fortemente digitalizzate, in grado di potenziare i propri strumenti e metterli a disposizione del Servizio sanitario nazionale e dei pazienti». Alla base di questo punto c'è in particolare la necessità di un «potenziamento del collegamento tra tutte le reti professionali già esistenti nel Paese, in modo da raggiungere una maggiore appropriatezza ed aderenza delle cure, anche attraverso il rafforzamento del ricorso ai servizi sanitari digitalizzati». Un aspetto che implica «il ripensamento dell'utilità della Casa della Comunità» per le quali è previsto un piano di potenziamento «e un impulso alla sanitaÌ digitale, realizzando un efficiente collegamento tecnologico tra tutte le reti professionali per promuovere un sistema integrato e sinergico di presa in carico della persona». Sul punto, la necessità è di «un finanziamento per strutturare un collegamento digitale tra tutte le reti professionali già esistenti».

Eliminare sperequazione tra specializzandi: prevedere borse di studio anche ai farmacisti

Tra le altre proposte, c'è poi quella della valorizzazione del ruolo del farmacista ospedaliero e del potenziamento delle farmacie ospedaliere. In particolare, «è preoccupante che, tra i progetti del Piano, vi sia quello di aumentare le borse di studio in medicina generale e non ci sia, peroÌ, alcun riferimento al trattamento economico degli specializzandi non medici e, in particolare, dei farmacisti. Come già rappresentato in tutte le sedi istituzionali, mettiamo in evidenza la necessitaÌ di equiparare lo status contrattuale ed economico dei laureati in farmacia che afferiscono alle scuole di specializzazione di area sanitaria a quello dei laureati in medicina e chirurgia». Si chiede poi che «sia previsto il rafforzamento degli organici delle farmacie ospedaliere e dei servizi territoriali delle Asl, con uno specifico piano di assunzione dei farmacisti da inquadrare nel ruolo della dirigenza sanitaria del Ssn, anche introducendo sistemi volti a sanare i profondi divari regionali ad oggi esistenti e prevedendo un apposito finanziamento». Infine, ci sono le azioni di rafforzamento delle strutture delle farmacie ospedaliere, con l'istituzione di «un fondo per la ristrutturazione ed il miglioramento delle farmacie ospedaliere e dei servizi territoriali delle Asl».

Francesca Giani
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