Sanità

gen172015

Schito (Assofarm): con fondo innovativi timori per farmacia servizi

Schito (Assofarm): con fondo innovativi timori per farmacia servizi

Incertezza. Potrebbe essere riassunto così, secondo Francesco Schito, direttore generale di Assofarm, il clima di questo inizio anno che vede tanti temi sul tappeto, dalla convenzione, alla remunerazione, agli innovativi, e tante misure, delle quali è difficile prevedere le ricadute come il fondo sugli innovativi contenuto nella legge di Stabilità e le attuazioni del Patto per la salute, tra cui le gare per le categorie terapeutiche. «I primi sono tutti temi su cui si è avuto l'impressione che si stesse riprendendo la discussione per poi giacere nel limbo. Vediamo ora nei prossimi giorni che cosa succederà ma di certo questo stato di incertezza non può fare bene al sistema». E a questo si aggiungono preoccupazioni per le misure invece che già ci sono: «Destano preoccupazioni le modalità di finanziamento del fondo sugli innovativi contenuto nella legge di Stabilità, pari a circa un miliardo di euro, che prevede di essere alimentato attraverso una quota delle risorse destinate alla realizzazione di obiettivi del piano sanitario nazionale, pari a 400 milioni per il 2015 e 500 per il 2016. Un provvedimento che pone qualche interrogativo sulla farmacia dei servizi visto si tratta di quote che servono a finanziare i progetti varati sul territorio in base alle linee strategiche concordate in Conferenza Stato-Regioni, tra i quali» nel riparto 2013 ma a valere sul 2014, «c'erano anche i 250 milioni, per lo sviluppo della farmacia dei servizi e la riorganizzazione delle cure primarie». Quote che per il passato non dovrebbero essere messe in discussione ma che per il presente «potrebbero essere toccate con possibili ricadute su una già problematica attuazione della farmacia dei servizi che vedrebbe venire meno una leva di incentivazione economica». E poi c'è anche l'attuazione del patto per la salute, «con tanti provvedimenti che ricadono sul territorio, ma del quale non bisogna dimenticare le gare per le categorie terapeutiche omogenee, che potrebbero tradursi di fatto in un'ulteriore diminuzione di fatturato». Insomma un clima di «incertezza» con cui fare i conti.

Francesca Giani



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