mag32017
Scompenso cardiaco, nuovo farmaco rimborsabile in Italia
Ottiene la rimborsabilità un nuovo farmaco per trattare lo scompenso cardiaco. Si tratta di Entresto, prodotto che contiene l'associazione tra sacubitril/valsartan. Si tratta del primo farmaco appartenente a una nuova classe terapeutica definita Arni (Antagonisti del recettore della neprilisina e del recettore dell'angiotensina), come hanno spiegato gli esperti nel corso di una conferenza stampa a Roma.
«Lo scompenso cardiaco» ha spiegato
Claudio Rapezzi direttore dell'Unità operativa di Cardiologia del Policlinico Sant'Orsola Malpighi di Bologna «riguarda in Italia circa 6-700 pazienti, con una prevalenza del 1-2 per cento ma raddoppia col progredire dell'età. Si tratta di una patologia in crescita con l'invecchiamento della popolazione, raggiungendo e superando il 10 per cento di prevalenza negli ultrasessantenni, con una parità nei due sessi. Prima di questa fascia d'età la malattia è leggermente più rappresentata nella popolazione maschile. Gli Arni sono una nuova classe di farmaci che non si limitano ad antagonizzare un sistema neuro-ormonale, modulandolo negativamente ma, al contrario, vanno ad amplificare la funzione dei peptidi natriuretici atriali».
«L'introduzione di Entresto nella rosa terapeutica a disposizione» ha aggiunto
Michele Senni direttore della cardiologia uno dell'Ospedale "Giovanni XXIII" di Bergamo «rappresenta una sostanziale cambio di filosofia nel trattamento dello scompenso cardiaco cronico, dando al medico uno strumento in grado di ridurre la mortalità in tutte le categorie di pazienti. Con il passaggio da un'inibizione a una modulazione neuro-ormonale». Fino a oggi, infatti, la terapia si basava sull'inibizione neuro-ormonale del sistema renina-angiotensina e del sistema nervoso simpatico. Sacubitril/valsartan ha invece un meccanismo basato, per la prima volta, sul potenziamento gli effetti del sistema dei peptidi natriuretici mantenendo contemporaneamente l'inibizione del sistema renina-angiontensina. Il farmaco è stato messo alla prova dallo studio Paradigm-Hf, la più ampia ricerca mai condotta in pazienti con scompenso cardiaco cronico a frazione di eiezione ridotta. La coorte è stata composta da 8.400 pazienti arruolati in tutto il mondo.
«In questo trial» ha spiegato Senni, che ha coordinato la raccolta dei dati nel nostro Paese, sacubitril/valsartan è stato confrontato sul campo con enalapril, l'Ace-inibitore che rappresenta lo standard terapeutico attuale. Nel confronto i risultati hanno evidenziato una riduzione della mortalità cardiovascolare del 20 per cento. Ridotte sono state anche le ospedalizzazioni per scompenso cardiaco, tagliate del 21 per cento, e le morti per tutte le cause, ridotte del 16 per cento. Altre ricerche sono in corso sempre sui pazienti scompensati valutando gli effetti eventualmente positivi del farmaco sui disordini del sonno, sullo stato cognitivo e sullo stato funzionale. Un risultato secondario è stato notato nei pazienti scompensati con contemporaneo diabete di tipo II. In questi è risultato migliore il controllo sull'emoglobina glicata ed è stato osservato uno spostamento avanti nel tempo dell'inizio della terapia insulinica».
Gianluca Casponi