Sanità

nov62015

Sedativi e ipnotici, in Gran Bretagna troppo facile l'acquisto via internet

Sedativi e ipnotici, in Gran Bretagna troppo facile l’acquisto via internet
Preoccupazioni per l'accesso online a farmaci ipnotici e sedativi sono state espresse nei giorni scorsi sul British Medical Journal (Bmj), che ha pubblicato una lettera inviata da quattro medici esperti in tossicologia. La loro attenzione si è focalizzata in particolare sullo zopiclone, un farmaco sedativo ad azione ipnotica con attività ansiolitica, anticonvulsivante e miorilassante. Uno degli autori è Paul Dargan, professore di tossicologia clinica presso il Guy's and St Thomas' Nhs Foundation Trust di Londra, che ha riferito di aver avuto notizia da un paziente della possibilità di accedere al farmaco attraverso Internet, senza bisogno di prescrizione medica. «C'è stata un'overdose di zopiclone - dice Dargan - comprato in Internet senza ricetta e una ricerca in rete ci ha portato a individuare numerosi siti che rendono possibile questo tipo di acquisti, il che comporta gravi rischi di utilizzo improprio e di assunzione di sostanze in dosi eccessive».

Secondo quanto riferito dai medici inglesi, i siti trovati sono stati ben 37, alcuni dei quali vendono fino a 2000 compresse di zopiclone. Di questi, 35 permettono l'acquisto anche di benzodiazepine, di struttura chimica diversa ma dal profilo farmacologico simile allo zopiclone, e di numerosi altri farmaci per trattare l'insonnia. In molti siti, per favorire gli acquisti, si propongono sconti ai clienti che ne ordinano dosi massicce. Solo uno dei 37 siti web esaminati richiede gli estremi di una ricetta medica, mentre 14 non ne parlano e 22 specificano chiaramente che non è necessaria alcuna prescrizione; inoltre sono solo 24 i siti che forniscono informazioni e avvertenze riguardo ai dosaggi dei farmaci venduti. Dargan e i sui colleghi sottolineano che qualunque persona psichicamente vulnerabile può facilmente procurarsi farmaci che possono essere utilizzati in modo scorretto ma anche per togliersi volontariamente la vita. «Intendiamo portare l'attenzione sull'argomento - spiega Dargan - per capire se si può impedire la libera vendita di queste sostanze; intendiamo porre la questione all'attenzione delle autorità regolatorie britanniche».
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