gen82013
Sigarette elettroniche al vaglio sicurezza e tossicità
La posizione del ministro della Salute è molto giusta, perché di precauzione e prevenzione. Questo tipo di prodotti, infatti, non è mai stato approvato da alcuna agenzia regolatoria, e bisogna capire se contengono nicotina così Silvio Garattini direttore del Mario Negri
«La posizione del ministro della Salute è molto giusta, perché di precauzione e prevenzione. Questo tipo di prodotti, infatti, non è mai stato approvato da alcuna agenzia regolatoria, e bisogna capire se contengono nicotina, in quali quantità, e se l'uso continuato degli aromi contenuti può essere tossico» così Silvio Garattini direttore dell'istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri di Milano commenta il recente intervento del ministro Balduzzi sulle sigarette elettroniche che ha richiesto un parere all’Iss sull’argomento. Il documento dell’Iss, frutto dell’analisi di 37 studi scientifici internazionali, frena sull'utilità delle sigarette elettroniche per aiutare chi vuole smettere di fumare, ma parla anche di ''allerta prudenziale'' nei confronti in particolare dei giovani. Spiega Roberta Pacifici, direttore dell'Osservatorio fumo alcol e droga dell'Istituto che ha lavorato al documento, l’Iss ha un «atteggiamento di prudenza nei confronti di un prodotto di cui si conosce poco l'efficacia per smettere di fumare ma anche il grado di tossicità». D’accordo Garattini che sottolinea come, oltre a non essere controllate, le sigarette elettroniche «si accompagnano ad una gestualità che induce a continuare a fumare. Dobbiamo contrastare la visione e l'immagine della sigaretta, vista come un modo di esprimersi e farsi vedere. La risposta non può essere sostituire quella con il tabacco con quella elettronica, ma un cambiamento d'immagine». Le categorie a rischio, secondo il farmacologo, sono sia i giovani, «visto che diversi hanno iniziato a fumare proprio con le sigarette elettroniche», ma anche i grandi fumatori che cercano di smettere. «Se usano infatti sigarette elettroniche con nicotina» continua Garattini «non cambia molto. Se invece passano agli aromi, non risolvono molto, perché non bastano a smettere. Chi deve togliersi questo vizio, deve trovare la volontà di farlo». Adesso è venuto il momento di procedere «a un controllo ben preciso su questi prodotti, prima che il loro uso diventi generalizzato, e l'approvazione di un'autorità regolatoria, altrimenti si rischiano dei danni».