FITOTERAPIA

dic182013

Sindrome premestruale, da agnocasto rimedi al femminile

L’agnocasto è un arbusto odoroso ampiamente utilizzato nell’antichità come anafrodisiaco ma solo recentemente sono state messe alla luce le sue reali potenzialità terapeutiche. L’estratto idroalcolico (60% v/v) ottenuto dai frutti maturi è, infatti, in grado di alleviare i sintomi legati alla sindrome premestruale (Spm). Inoltre pare essere utile anche contro alcuni disordini legati al ciclo riproduttivo femminile come la difficoltà nella lattazione, la bassa fertilità, l’endometriosi e la menopausa. Vi è una qualche evidenza che i sintomi della Spm siano connessi all’iperprolattinemia latente (Lhp) ovvero all’aumento di prolattina che accade in fase premestruale o come risposta allo stress. L'aumento dei livelli di prolattina può inibire lo sviluppo del corpo luteo, quindi, indirettamente anche la secrezione di progesterone nella fase lutea del ciclo mestruale. La Lhp è stata associata a mastalgia premestruale, a cisti mammarie benigne e a sterilità. L’estratto di agnocasto influenza queste condizioni attraverso un’attività dopaminergica attraverso il legame con i recettori D-2 della dopamina, con conseguente inibizione della prolattina. L’agnocasto è in grado anche di aumentare in modo dose-dipendente la secrezione di melatonina, suggerendo un vantaggio anche contro i disturbi del sonno associati ai cicli riproduttivi femminili. Ci sono invece dati contraddittori riguardo alla possibile interazione con i recettori per gli estrogeni e per gli oppioidi. Da un punto di vista fitochimico l’agnocasto contiene diterpeni, un olio essenziale, flavonoidi (vitexina, viticina), alcuni glicosidi iridoidi (aucubina, agnuside) e l’alcaloide viticina. L’azione farmacologica sembra essere il risultato di una sinergia tra i diversi elementi del fitocomplesso a livello recettoriale. Questo anche alla luce del fatto che l'estratto non solo eleva i livelli di progesterone, ma sembra anche in grado di bilanciarli. In farmacia è possibile preparare capsule di Agnocasto utilizzando l’estratto secco disponibile in commercio titolato allo 0,5% di agnuside. È consigliabile assumere l’estratto di agnocasto in unica dose (20-40 mg) la mattina appena svegli e probabilmente è più efficace se assunto solo nella fase luteinica. Non esistono dati di tipo tossicologico, né circa eventuali iterazioni con altri farmaci; tuttavia a causa dell’effetto dopaminergico e ormonale dell’agnocasto, non possono essere escluse interazioni con farmaci dopaminergici ed estrogenici. (1,2)

1) Planta Med 2013; 79: 562–575
2) Community herbal monograph on Vitex agnus-castus L., fructus EMA/HMPC/144006/2009

Angelo Siviero
Farmacista esperto in fitoterapia e galenica
info@fitovallee.com


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