Benessere

apr242012

Sotto osservazione sicurezza dei filtri solari con nanoparticelle

Sebbene non siano affatto in discussione la qualità e la capacità di proteggere la pelle dai danni dei raggi ultravioletti, i filtri solari sono sotto osservazione della comunità scientifica che solleva nuovi dubbi sulla sicurezza delle nano particelle di ossido e biossido di zinco, presenti nei prodotti solari ad alta protezione

Sebbene non siano affatto in discussione la qualità e la capacità di proteggere la pelle dai danni dei raggi ultravioletti, i filtri solari sono sotto osservazione della comunità scientifica che solleva nuovi dubbi sulla sicurezza delle nano particelle di ossido e biossido di zinco, presenti nei prodotti solari ad alta protezione. La preoccupazione nasce da una revisione della letteratura condotta presso il Dipartimento di chirurgia plastica, ricostruttiva ed estetica dell'università' di Wuerzburg, in Germania. Secondo l’autore, Stephan Hackenberg, i dubbi riguardano gli effetti biologici delle particelle di dimensione nanometrica, cioè inferiore a 100 nanometri: «La riduzione della grandezza di questi ingredienti» spiega l’esperto «ha permesso all'industria di ottenere schermi ad alto livello di protezione trasparenti sulla pelle, non più pastosi e biancastri come una volta. Il dubbio riguarda in particolare la potenziale capacità delle nanoparticelle di penetrare nei tessuti, essendo così piccole, attraverso i cheratinociti della pelle ed essere trasportate per via sistemica in altri organi e tessuti». Secondo, Antonio Costanzo, direttore del laboratorio Skin Biology della Clinica dermatologica dell'università di Roma Tor Vergata, non ci sono sufficienti dati per definirne la sicurezza dei nuovi materiali: «Sono ancora poche le ricerche condotte sull'uomo che accertino l'assoluta mancanza di penetrazione nell'organismo delle nano particelle, che vanno dai 200 nanometri fino anche agli 8 nanometri di diametro. Si tratta di ingredienti relativamente nuovi la cui sicurezza va ancora approfondita». Dal canto loro i produttori affermano che esiste una recente normativa che, a livello europeo e mondiale, stabilisce «con precisi limiti di concentrazioni di uso ed indicazioni di uso, per consentire un impiego sicuro da parte dell'industria e dei consumatori». Sulla base dei dossier di sicurezza redatti delle industrie produttrici, la Commissione Europea esprimerà un giudizio entro metà del 2012 e gli eventuali emendamenti di legge si attendono prima del prossimo anno.


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